Il flash mob è una tecnica partecipativa/comunicativa che con poche risorse ti dà discreta visibilità. Naturalmente, grazie alla rete che moltiplica i numeri, con un semplice click si possono diffondere notizie completamente infondate senza rischio di smentite. Ci sono poi notizie vere, che piegate al messaggio del “così fan tutti” servono ad aggredire indifferentemente tutto e tutti. Non s’intravede alcuno spunto propositivo, nessuna volontà di provare a risolvere un problema, nessun tentativo di passare dalla protesta alla proposta. D’altra parte è un film già visto! Il primo appuntamento è a Penitro: in due mettono un nastro giallo sul cancello della ex cava e dichiarano la stessa come scena del crimine.
Scrivono testualmente: A distanza di anni, precisamente dal 1997, non è dato sapere cosa si nasconde nel sottosuolo della discarica di materiali inerti di Penitro. C’è chi (Carmine Schiavone) asserisce che a Formia sono stati sverzati 10 mila fusti tossici, e chi (la Giunta Municipale) definisce allarmisti tutti quelli che tendono a mistificare la LORO verità (compresa la Procura della Repubblica di Cassino che prosegue nelle indagini e nei rilievi).
Nella ex cava di Penitro hanno iniziato i primi rilevamenti attraverso il cosiddetto magnetometro. Si tratta di un’apparecchiatura in grado di rilevare oggetti metallici di particolare consistenza. L’apparecchio riscontra anche mediante GPS il punto indagato per giungere infine a realizzare una mappatura completa del sito e verificare l’eventuale presenza di contenitori metallici. Una verifica, risultata negativa, è stata già fatta a riguardo di rifiuti radioattivi di cui i soliti corifei della chiacchiera ne avevano denunciato la presenza nella ex cava.
Ieri mattina sono stati effettuati ulteriori sondaggi e disposti altri, ma il “flash mob” e i 5stellati ripropongono le presunte dichiarazioni di Carmine Schiavone, noto personaggio di specchiata ed adamantina condotta morale, che tra l’altro non ha mai precisato né il luogo e né il numero di presunti bidoni interrati.
Ora sono due gli elementi, di cui uno è il numero dei fusti e l’altro è la profondità dell’interramento (80 metri), che i 5stellati hanno ripetutamente gridato ai quattro venti e che per essere chiariti non necessitano del magnetometro ma del semplice buon senso e di un minimo di approfondimento tecnico. Diecimila fusti per essere sotterrati presuppongono scavi imponenti, ancor più giganteschi se raggiungono gli 80 metri di profondità, per giunta in un terreno come l’argilla che è durissimo. Si potrebbe già obbiettare che non sarebbe stato possibile fare una cosa del genere all’ insaputa degli abitanti di Penitro e del Comune stesso.
Non solo, ma realizzare un cratere di 80 metri di profondità con imponenti lavori di escavo, movimento terra e messa in sicurezza delle pareti, camion ed uomini, avrebbe comportato una spesa astronomica del tutto spropositata rispetto all’effettivo costo dello smaltimento legale. Basterebbero queste elementari considerazioni per dubitare fortemente della presenza dei fusti nella ex cava di Penitro ma purtroppo si a che fare con l’assoluta irragionevolezza dei grillini. Non resta che prendere atto di quanto scrivono, compresi gli svarioni di ortografia quando affermano che “a Formia sono stati sverzati 10 mila fusti tossici”
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