E’ durata circa un’ora e mezza a Palazzo Chigi l’incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Con Berlusconi c’erano Gianni Letta e Denis Verdini. “L’impianto dell’accordo è oggi più solido che mai”. E’ quanto si legge nel comunicato congiunto.
L’accordo comporta la volontà di alzare al 40% la soglia per il premio di maggioranza e di introdurre “le preferenze dopo i capilista bloccati in 100 collegi”. Quanto alle “differenze sulla soglia minima e sul premio alla lista invece che alla coalizione” non impedisce l’ok “al Senato” entro dicembre. “Le differenze registrate – si legge nel comunicato – sulla soglia minima di ingresso e sull’attribuzione del premio di maggioranza anzichè alla coalizione non impediscono di considerare positivo il lavoro fin qui svolto e di concludere i lavori dell’Italicum in Aula al Senato entro il mese di dicembre e della riforma costituzionale entro il mese di gennaio 2015”
“Questa legislatura che dovrà proseguire fino alla scadenza naturale del 2018 costituisce una grande opportunità per modernizzare l’Italia” si legge sempre nel comunicato congiunto Pd-FI.
“Anche su fronti opposti maggioranza e opposizione potranno lavorare insieme nell’interesse del Paese e nel rispetto condiviso di tutte le istituzioni”. E’ l’impegno che Matteo Renzi e Silvio Berlusconi prendono nel comunicato congiunto al termine del vertice.
IN SERATA RENZI ALLA DIREZIONE PD
“Siamo nel momento più delicato della legislatura perché stanno venendo al pettine tutti insieme – ed è frutto della scelta che abbiamo fatto – i principali nodi di decisione politica. E vengono insieme al pettine in un momento rilevante per la politica internazionale” dice Renzi in direzione Pd.
“Abbiamo bisogno di calibrare con attenzione i passaggi del calendario politico che è ricco di occasioni ma anche di difficoltà. E’ evidente a tutti che nessuno considera la legge elettorale il principale problema con cui gli italiani vanno a dormire e con cui si svegliano. Ma è il pin del telefonino, la password del pc per dire che si fanno le cose sul serio” aggiunge Renzi.
“Abbiamo bisogno di calibrare con attenzione i passaggi del calendario politico che è ricco di occasioni ma anche di difficoltà. E’ evidente a tutti che nessuno considera la legge elettorale il principale problema con cui gli italiani vanno a dormire e con cui si svegliano. Ma è il pin del telefonino, la password del pc per dire che si fanno le cose sul serio” continua il segretario-premier.
“Non credo di aver bisogno di un mandato esplicito della direzione” sulle modifiche alla legge elettorale, “perché credo che la legge che sta emergendo garantisce a mio giudizio tutti gli obiettivi che ci eravamo dati” dice sempre Renzi.
ALTRI PASSAGGI DELL’INTERVENTO DI RENZI
“In queste ultime ore si è registrato un elemento di novità importante: il tentativo di concludere rapidamente il percorso della legge elettorale portando tutte le forze firmatarie del patto del Nazareno ad accettare una calendarizzazione che definire accelerata vien da ridere visto che si è bloccati su questo da un anno, ma che è un elemento importante da sottolineare” le parole di Renzi in direzione Pd.
L’Italicum è “un passo storico in linea con la storia del Pd perchè si definisce un vincitore, una lista vincitrice. In questo modo diventiamo istituzionalmente un partito comunità che non solo punta alla maggioranza del paese ma maggioranza e minoranza trovano un modo di rispettarsi e stare insieme e indipendentemente dal concetto di disciplina interna” sottolinea Renzi.
Sulla legge elettorale “si è trattato di stringere”: con Forza Italia “siamo d’accordo che se in sede di voto non su tutto saremo d’accordo, andremo comunque avanti consapevoli che questa legge elettorale consente governabilità e rappresentanza”.
“Sul tema del premio di maggioranza alla lista c’è qualche perplessità di Forza Italia che rispettiamo”.
“Io mi sono mosso sulla linea del mandato ricevuto e credo che sia stato fatto un passo avanti anche rispetto alle voci meno favorevoli. Non riconoscerlo è possibile, ma difficile. E credo che ora bisogna stringere e chiudere”. Così Matteo Renzi – dicendosi “orgoglioso del modello dell’Italicum ” – è intervenuto in direzione facendo riferimento all’intesa raggiunta sulla riforma elettorale
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