Profughi, italiano fermato con 33 siriani su furgone.L’Ungheria: “Arresti per chi entra illegalmente”

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BUDAPEST – Un italiano è stato fermato in Ungheria alla guida di un furgone con 33 siriani a bordo, di cui due donne, diretto in Germania. Dopo la comunicazione della polizia sul proprio sito è arrivata anche la conferma delle autorità ungheresi. L’uomo, 52 anni, al volante di un Ducato, è stato intercettato nei pressi del lago di Balaton dalla polizia della contea di Veszprém. L’italiano è stato portato in questura, dove è stato interrogato e arrestato con l’accusa di traffico di esseri umani. Dovrebbe essere processato entro 48 ore. L’uomo, secondo Sky, avrebbe affermato invece di aver raccolto i profughi infreddoliti. La Farnesina ha confermato il conducente italiano è in stato di fermo in Ungheria, ma sul caso è stato chiesto il massimo riserbo. La vicenda viene seguita dall’ambasciata d’Italia a Budapest, che sta prestando tutta l’assistenza possibile in collaborazione con le autorità locali.

Incontrando a Praga il Gruppo di Visegrad, che riunisce Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, il ministro degli Esteri tedesco ha parlato di “40mila nuovi rifugiati in arrivo in Germania nel weekend” e ha chiesto ai suoi interlocutori di aderire a un sistema di equa ripartizione dell’emergenza. Ma Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno ribadito il loro no al sistema della ripartizione centralizzata dei rifugiati, con la Polonia che secondo fonti Ue sta rivedendo la sua posizione. L’Ungheria ha proposto una conferenza Ue-Paesi balcanici sul tema e ha chiesto di essere cancellata dai Paesi beneficiari (lo è assieme a Grecia e Italia) dei 120mila ricollocamenti intra-Ue proposti da Bruxelles. La richiesta – si apprende – é stata presentata alla riunione degli ambasciatori dei 28 che torneranno a vedersi domenica, in vista del consiglio Affari interni di lunedì. Il premier ungherese Orban ha annunciato che dalla prossima settimana “chi passerà il confine illegalmente sarà arrestato”.

Intanto il nuovo ministro della Difesa ungherese, Istvan Simicsko, ha annunciato di aver aumentato a 3800 il numero dei soldati mobilitati per rinforzare il blocco alla frontiera serba, dopo che nella giornata di ieri è stato toccato un nuovo record di entrate illegali: 3601, nuovo primato che supera quello delle 3321 entrate del giorno precedente. Il flusso in entrata in Ungheria si ripercuote inevitabilmente sulla frontiera con l’Austria, dove i migranti puntano per poi passare in Germania e dove solo ieri sono transitate 8mila persone. Nei pressi della frontiera, la polizia austriaca ha bloccato il traffico sull’autostrada A4, che decine di migranti percorrevano a piedi per raggiungere Vienna. Secondo l’Unhcr, 7600 migranti sono entrati in Macedonia attraverso la frontiera greca nelle ultime 24 ore. Interrotti per tutto il prossimo weekend anche i collegamenti ferroviari tra Austria e Ungheria, comunica la compagnia austriaca OeBB.

L’agenzia Onu, inoltre, accoglie con soddisfazione il piano Ue per la distribuzione di 160mila rifugiati, ma sottlinea che può rivelarsi un successo solo se accompagnato da uno sforzo di emergenza su larga scala per l’accoglienza in Italia, Ungheria e Grecia. L’Unhcr richiama inoltre al rispetto del diritto nazionale e internazionale nella gestione dell’emergenza alle frontiere, in particolare garantendo il rispetto del diritto d’asilo. Da parte sua, l’Unhcr ha inviato aiuti per 95mila persone in Ungheria, Serbia, Macedonia e Grecia, oltre ad aver spedito in Ungheria 300 unità abitative prefabbricate per offrire un temporaneo riparo ai rifugiati, offerta che Budapest ha accettato. Secondo fonti Ue, un accordo politico formale sulle nuove proposte della Commissione europea in tema di immigrazione sarà raggiunto dal Consiglio Ue l’8 ottobre, in occasione della seduta formale dei ministri degli .

Renzi a Repubblica: “Ue a bivio, superare Dublino”. In una lettera a Repubblica, il premier Matteo Renzi esorta a superare gli egoismi nazionali e a considerare ormai obsoleto il meccanismo sul diritto d’asilo del trattato di Dublino. “Giusto che gli hotspot siano gestiti a livello europeo – scrive Renzi -, ma ciò sarà possibile solo se ogni Paese accoglierà un certo numero di ospiti (quote) e i rimpatri per chi non ha diritto di asilo verranno organizzati dall’Unione Europea, e non dai singoli Stati. L’Europa, del resto, è a un bivio e non lo dicono solo i giornali o la politica, è sotto gli occhi di ognuno di noi ogni giorno”.

Ban Ki-Moon: “Ue faccia di più”. “Approvo l’iniziativa e la solidarietà globale che stanno dimostrando i capi di stato e di governo europei, ma allo stesso tempo in considerazione della gravità e della proporzione di questa crisi, mi aspetterei naturalmente che i leader europei facessero di più”. Lo afferma il segretario generale dell’onu Ban Ki-moon nell’intervista rilasciata alla Radio Vaticana in prossimità della visita di papa Francesco all’Onu (il 25 settembre).

“Le persone stanno fuggendo dalle guerre e dalle persecuzioni e per questo devono essere adeguatamente e velocemente protette. Questa è una sfida senza precedenti per il mondo intero, in particolare per l’europa. Deve essere però notato che anche il continente europeo e i suoi abitanti hanno beneficiato di questo tipo di migrazione e ricerca della libertà e di migliori opportunità. Ora che queste europee costituiscono le più grandi e ricche economie del mondo, speriamo che mostrino la loro solidarietà globale e la loro guida misericordiosa, prendendosi cura anche di tutte queste situazioni umanitarie”.

Repubblica 11 09 2015

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