L’analisi (e l’amarezza) del primo dei non eletti tra i dem. “Il Pd non è più una comunità di persone, si ragiona solo per la propria parte. La segreteria provinciale non fa crescere il partito, è un comitato elettorale in funzione delle Politiche e delle Regionali”
Mentre un piccolo gruppo partito dal basso e in continua ascesa spendeva energie e persone per parlare il linguaggio della gente i dirigenti di partito del Pd (ma anche del centrodestra) parlavano solo la loro lingua in monologhi senza costrutto, scollegati dalla realtà della città e non accorgendosi di quello che accadeva fuori. Ma il dilemma e la difficoltà di un Pd che non si è accorto di come progressivamente stava ponendosi fuori da una rete libera di partecipazione e confronto (mentre alcuni elementi migliori lasciavano la nave per cercare un terreno maturo per nuove energie e un maggiore coinvolgimento) più i dirigenti lo stanno vivendo e percependo i giovani, le prime e seconde file di una classe dirigente spazzata via dalle urne, energie vitali del partito che si sono spese maggiormente e che sono state coinvolte direttamente dall’uragano Lbc pagandolo con la non rielezione a fronte di un buon risultato di voti. Uno di loro è Fabrizio Porcari, primo dei non eletti che parla per la prima volta dopo il 5 giugno, un risultato che lui per primo non si aspettava ma da cui sono nate alcune dure riflessioni maturate dopo il percorso della passata consiliatura e l’ultimo lungo anno di campagna elettorale.
Partiamo dal Pd e dal 5 giugno, la vostra frattura interna e il fatto che non ci fosse un collante è stato evidente anche a fronte di un partito come Lbc che ha fatto di unità e spirito di squadra un’arma vincente. Le avvisaglie c’erano, la campagna elettorale era troppo autoreferenziale e chiusa, come mai non ve ne siete accorti in tempo per correggere il tiro?
C’erano le avvisaglie di una voglia di novità, di cambiamento e di antipolitica, tutti elementi che si percepivano e che non si potevano affrontare in poco tempo. La campagna elettorale di un partito oggi come oggi si fa nell’arco della consiliatura, con azioni concrete che danno il segno della presenza sul territorio e ti fanno diventare credibile agli occhi degli elettori. Sicuramente pensavamo che uno dei due contendenti del ballottaggio saremmo stati noi per la storia politica che c’è sempre stata e due anni fa forse sarebbe stato così. I tempi sono cambiati e siamo stati accomunati al centrodestra senza aver mai governato la città.
Giansanti ha detto recentemente: nel Pd ci sono persone mosse da rancori, questo è uno dei mali del partito. E’ così?
Penso che il Pd non sia più una comunità di persone che lavorano per gli stessi obiettivi, è diventato un contenitore eterogeneo dove dentro c’è tutto e il contrario di tutti. I rancori ci sono perché non siamo comunità, bisogna creare una comunità di valori e di idee.
Secondo lei i dirigenti hanno fatto spazio alla necessaria autocritica dopo la sconfitta?
Assolutamente no. Gran parte di essi fanno finta che non sia successo nulla di grave, invece c’è stato un tracollo che dimostra come non siamo percepiti nella città e non capirlo e non cercare un cambio di passo ragionando alla vecchia maniera è estremamente grave
Chi ha perso il Pd, Forte o Moscardelli o tutti e tre?
Una sconfitta non è mai colpa di un singolo, abbiamo perso tutti come partito, non abbiamo valorizzato le tante proposte e capacità che avevamo messo in campo. Nell’ultima consiliatura i consiglieri avevano presentato decine di proposte e iniziative, in pratica l’80% del programma di Lbc era stato già proposto da noi: esempi sono il trasporto pubblico, la mobilità sostenibile, l’urbanistica, la trasparenza e l’informatizzaizone della macchina ammministrativa. Ma questo non lo sa nessuno e la colpa è la nostra che non siamo riusciti a comunicarlo.
Moscardelli si vanta di aver mandato mail a chi curava la campagna elettorale dicendo che si doveva cambiare tutto. Come se il singolo pensiero di un rappresentante del Pd possa essere legge per tutti
In cosa ha sbagliato Forte nella campagna elettorale, in cosa Moscardelli? Moscardelli semplicemente non si è mai visto con proprie iniziative, ha solo fatto la presenza quando è stato invitato e si vanta di aver mandato mail a chi curava la campagna elettorale dicendo che si stava sbagliando e si doveva cambiare tutto. Come se il singolo pensiero di un rappresentante del Pd possa essere legge per tutti. Mi sembra una idea poco democratica. Forte invece ha sbagliato ad aver pensato di essere già al ballottaggio e quindi ha tarato la campagna elettorale già sul secondo turno, è un errore in cui siamo caduti in molti, dalla stampa ai rappresentanti politici ai singoli cittadini. Un altro errore è stato che in alcune decisioni all’interno del partito Forte doveva imporsi di più. Come sugli scrutatori.
A proposito di scrutatori. Quanto hanno inciso vicende come questa che hanno mostrato la vostra debolezza nel condurre i regolamenti di conti interni ?
Hanno inciso tanto, situazioni come queste fanno perdere di credibilità. Un partito non può dire per quattro anni una cosa e al momento della prova pratica ne fa un’altra. E’ successo anche sulla metro con alcuni candidati come Visari e Carnevale che in campagna elettorale la valutavano positivamente nonostante il Pd fosse contrario da sempre. Questa è la dimostrazione di un Pd eterogeneo che dà l’idea di essere fatto di individualità che non fanno squadra.
In un intervento nell’assemblea aperta Fagiani ha detto: che abbiamo fatto? Abbiamo fatto Lbc. Nel senso che molti insoddisfatti ci hanno lasciato alimentando quel nuovo bacino. Lei pensa che sia così ? Fagiani ha in gran parte ragione perché tutte quelle persone che volevano sentirsi parte di una organizzazione e che volevano partecipazione e discussione hanno trovato nel Pd un luogo chiuso e una parte importante di questi si sono rivolti a Lbc.
I dirigenti del Pd alternano attaccamento agli organi e alle strutture di partito spesso in modo anche troppo convenzionale al disinteresse per la base e forse al timore di un confronto a viso aperto. Perché nel Pd si ha così paura di parlare apertamente e solo ora ci si confronta con l’esterno, non è un po’ tardivo questo meccanismo?
La segreteria provinciale è solo un comitato elettorale per le prossime elezioni politiche o regionali
Da anni il Pd funziona così. La segreteria provinciale non lavora per far crescere e sviluppare il partito nei territori ma diventa esclusivamente un comitato elettorale per le prossime elezioni politiche o regionali, sui territori si cercano di favorire i propri amici senza nessun tipo di buon senso e non importa vincere o perdere, l’importante è che in quel territorio ci sia un gruppo consiliare amico della segreteria provinciale.
Qualcuno dice che a spingere per fare le analisi del corpo malato siano stati gli stessi che hanno favorito la sconfitta, lei è d’accordo?
E’ incredibile che in un partito si possa pensare che ha perso una parte sola, questa è la dimostrazione che le correnti erano vive più che mai e che si ragiona solo per la propria parte. Dai social network se si legge il profilo del senatore sembra che a Latina ha perso Forte e a Minturno o a Priverno ha vinto Moscardelli come se fossimo due entità diverse.
Che ne pensa del fatto che Galante si è fatto rivedere all’assemblea dopo essere sparito per tutta la campagna elettorale?
Galante ha fatto una comparsata, è arrivato ad assemblea inoltrata, è stato trenta minuti in ultima fila, poi ha salutato La Penna e il senatore in modo plateale come a dire: “Avete visto? Sono venuto” ed è andato via senza intervenire. E’ sembrato totalmente disinteressato come lo è stato per tutta la campagna elettorale.
A fronte di queste riflessioni cosa pensa dell’idea del coordinamento?
E’ la dimostrazione di non aver capito nulla da questa sconfitta. Si vuole fare un organismo con dei rappresentanti per ogni corrente che tra veti incrociati non permetteranno il raggiungimento di nessun obiettivo. E’ una soluzione che è stata provata già altre volte. Invece di nascondere la polvere sotto il tappeto ci vorrebbe il coraggio di rivoluzionare il partito.
Basta con i convegni totalmente autoreferenziali ad esempio dove parlano sempre gli stessi con quattro e cinque frasi fatte senza che si faccia nulla.
E come va rivoluzionato?
Basta con i convegni totalmente autoreferenziali ad esempio dove parlano sempre gli stessi con quattro e cinque frasi fatte senza che si faccia nulla. Bisogna tornare a fare assemblee pubbliche sui temi in mezzo alle persone nei borghi e nei quartieri, solo aprendosi il Pd potrà rinascere.
Il congresso subito è una buona idea?
Assolutamente no, è un modo per contarsi e dimostrare chi è più forte senza nessuna proposta. Inizierebbe la guerra delle tessere che è l’ultima cosa che serve.
E’ incredibile che in un partito si possa pensare che ha perso una parte sola, questa è la dimostrazione che le correnti erano vive più che mai e che si ragiona solo per la propria parte
Il Pd ha perso in molte grandi città in provincia e vinto in alcuni comuni, ognuno sembra legger però questi risultati a modo suo, proviamo ad essere obiettivi? Come legge lei il quadro provinciale ?
In diversi Comuni della Provincia il Pd è sia al governo che all’opposizione, in alcuni casi governiamo addirittura con Forza Italia in ruoli di primo piano tipo a Gaeta. Questo avviene per il gioco delle correnti dove ognuno tutela la sua parte per garantirsi il proprio ritorno elettorale per le regionali e politiche.
Ha fatto bene Forte a restare in consiglio? Lei che è un politico che ha condotto spesso battaglie sui principi la considera una scelta giusta ? Forte ha fatto la sua scelta restando in Consiglio, può non essere condivisibile ma è una scelta legittima. Non so quello che farà in futuro semplicemente perché io non ho mai posto il tema delle sue dimissioni.
Lei è stato sportivo quando ha saputo che non sarebbe entrato in consiglio ma sperava o no di entrare al posto di Forte?
La speranza non è una categoria politica. Non sono entrato perché la legge elettorale ha prodotto questo risultato.
Sta criticando Moscardelli ma avendo sostenuto Forte e la sua idea di città che ne pensa del fatto che invece il consigliere regionale nel partito sembri guidare tutto a distanza e rifugga da momenti importanti di confronto con la base come l’ultima assemblea allargata?
Penso che sia un errore il non confronto con la base, bisognerebbe affrontare sempre a viso aperto le situazioni anche quando sono scomode ma penso che non aiuti l’atteggiamento di chi cerca di mettere sempre il cappello sulle cose per non farle sembrare unitarie e per alimentare divisioni.
Per troppi anni abbiamo speso energie per congressi e tesseramenti perdendo il contatto con la realtà su temi della città come trasporto pubblico, asili, bollette Tia
Forte sta creando una associazione, ne farà parte? Secondo lei quel progetto può avere ancora una forza aggregante anche se è stato bocciato alle urne?
Il Pd è diventato un contenitore insufficiente per far fronte alle tante istanze che vengono dal territorio, l’associazione può essere un’ottima soluzione inclusiva. Per troppi anni abbiamo speso energie per congressi e tesseramenti perdendo il contatto con la realtà su temi della città come trasporto pubblico, asili, bollette Tia, temi sui quali la città avrebbe voluto risposte.
In Consiglio Forte è stato scelto come capogruppo e Carnevale ha detto di averlo appreso in quel momento, non è una scelta che va concordata fra gli eletti?
Da quella che so e che ho letto c’è stata una riunione nella quale è stata presa questa decisione dove tutti e tre erano presenti.
Se le proponessero di entrare in Lbc che farebbe?
Lbc è stato mio avversario alle elezioni amministrative in cui io ho chiesto il consenso in contrapposizione a loro e alla destra. Ho il massimo rispetto ma loro restano i miei avversari politici.
Eppure i suoi dirigenti e lo stesso Forte si sono lanciati ad appoggiare Coletta prima ancora che i risultati fossero ufficializzati e lo stesso Moscardelli ha parlato di aprirsi al movimento di Coletta, che ne pensa?
Penso che sia stato un errore. Avremmo dovuto avere più rispetto dei nostri elettori, capire bene quello che stava succedendo in città, fare una assemblea pubblica e poi prendere una decisione.
Quali sono le ragioni che spiegherebbe ad un indeciso o a un giovane per motivarlo ad entrare ora nel Pd?
Gli direi che il Pd è l’unico argine al qualunquismo e al populismo, che come in tutte le cose anche in politica seve una organizzazione, che molte cose vanno cambiate soprattutto Latina ma che un futuro migliore può passare per l’unica organizzazione capillare rimasta.
Renzi ha detto prima del ballottaggio: ci parliamo tra noi e invece dovremmo parlare alla gente, poi ha perso Roma e Milano. Anche a Latina il processo e’ stato questo e quanto ha inciso il nazionale sul voto locale?
Che il pd sia in affanno anche a livello nazionale è sotto gli occhi di tutti, abbiamo perso molto elettorato a sinistra e non recuperato niente al centro. Il fatto di non intercettare i bisogni della gente è stato un andazzo sia nazionale che locale, abbiamo scontato anche la perdita di attrattività del partito su scala più ampia.
Noto l’arroganza e il pregiudizio di una maggioranza che non perde occasione per dire: noi siamo i giusti e i migliori
Come giudica il primo mese di Coletta ?
Ho visto il video pubblicato da voi della commissione bilancio, uno spettacolo decisamente poco decoroso. Da una parte l’arroganza e il pregiudizio di una maggioranza che non perde occasione per dire: noi siamo i giusti e i migliori e non ci serve niente ma stanno inanellando una brutta figura dietro l’altra, dall’altra parte l’opposizione di destra che ha la supponenza di pensare che siano ancora loro che governano la città usando toni da bulli e cercando di intimidire gli inesperti di maggioranza. L’uno e l’altro atteggiamento non sono quelli che servono a Latina.
E la giunta?
Aspettiamo che facciano i primi atti anche se l’inizio, soprattutto sui rifiuti, non è stato dei migliori, sembra che ci sia molta confusione ma aspettiamo di vedere le prime azioni concrete. di Marianna Vicinanza
IL GIORNALE DI LATINA·LUNEDÌ 1 AGOSTO 2016
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