NIBALI: “ORA VOGLIO IL MONDIALE”
«È un’emozione forte, non riesco ad esternarlo ma ho dovuto davvero trattenere il fiato. Una sensazione speciale, irripetibile: ho vinto il Tour de France, ora posso recuperare le energie perchè sono stanco». Lo ha detto ancora Vincenzo Nibali parlando ai microfoni della Rai dopo il trionfo al Tour de France. «Una fatica grande, abbiamo lavorato duramente. Non è facile arrivare fino alla fine per così tanti giorni», ha aggiunto il campione siciliano. «Sono amato in tutta Italia e non solo, le persone sono tantissime e ho visto sventolare tantissimi tricolori. Sonop davvero contento», ha dichiarato ancora lo “Squalo dello Stretto”. «Un cammino lungo, devo ringraziare tutti a partire da chi mi è stato vicino nei momenti difficili. Ora riposerò, per ripartire da zero per nuovi obiettivi e altri successi. Sono sempre le corse a tappe, ma anche le grandi classsiche e il Mondiale».
«Merci Tour, merci a tutti i francesi e merci a tout le monde». Con queste parole Nibali ha chiuso il suo discorso sui campi Elisi di Parigi, durante l’incoronazione come re del Tour: «Avevo già anticipato che nessuna gioia poteva essere paragonabile a questa vittoria, ottenuta qui a Parigi. Ora posso dire che l’emozione che si prova è veramente indescrivibile. Ho costruito questo successo giorno dopo giorno: devo e voglio ringraziare tutti i compagni di questa avventura, anche quelli che non sono qui in Francia».
IL TOUR DELLO “SQUALO”
Il siciliano della Astana, vincitore del 101esimo Tour, ha dominato la corsa dall’inizio alla fine, indossando la maglia di leader della classifica generale al termine di 19 delle 21 frazioni totali della Grande Boucle di quest’anno. Solo alla fine della prima e della nona tappa Nibali non ha indossato la maglia gialla. In tutto ha vinto quattro frazioni: la seconda, in Inghilterra, con una prima azione perentoria; la decima, la più bella, sul pavè di Rubaix e dintorni; la tredicesima, sulle Alpi, a Chamrousse; infine la diciottesima, sui Pirenei, ad Hautacam, dimostrando di essere il più forte di tutti, su qualsiasi percorso, asfalto e pendenza.
È vero che si sono ritirati, via via, Chris Froome (Sky) e Alberto Contador (Tinkoff-Saxo), ovvero i rivali più temibili; ma il siciliano ha dimostrato di essere in condizioni atletiche e fisiche straripanti: difficilmente il britannico e lo spagnolo avrebbero potuto ostacolare la sua corsa.
Prima di lui erano riusciti in questa impresa altri sei italiani: Ottavio Bottecchia nel ’24 e nel ’25, Gino Bartali nel 38′ e nel 48′, Fausto Coppi nel 49′ e nel 52′, Gastone Nencini nel ’60, Felice Gimondi nel 65′ e Marco Pantani nel ’98.
Soprannominato lo «Squalo dello Stretto» per il suo modo di correre sempre all’attacco, nato a Messina il 14 novembre 1984, il ciclista è il sesto corridore di sempre a vincere Giro, Tour e Vuelta dopo Gimondi, Merckx, Anquetil, Hinault e Contador.
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