Michele Forte non c’è più.
Un nostro compagno suggerisce di salutarlo con l’onore delle armi: ebbene sia. E’ stato un avversario coriaceo. Di errori ne ha fatti, e non da solo, ma gli va riconosciuta tenacia e passione nell’agire. Negli anni ’80 orbitava attorno ad Andreotti, nella corrente di Sbardella, e dunque agli antipodi rispetto a chi militava nel P.C.I. dell’epoca.
Non gli abbiamo fatto sconti come non ne abbiamo ricevuti, ma probabilmente questo ha prodotto attenzione reciproca, come talvolta si riconosce agli avversari veri, quelli da non sottovalutare. Non amava essere contraddetto. Quando morì Enrico Berlinguer gli andammo a chiedere di inviare ai funerali il gonfalone della città di Formia. Prese qualche minuto di tempo, poi telefonò al Sindaco di Terracina per chiedergli come si stesse orientando. E’ probabile che dall’altro capo del telefono gli abbiano detto che inviare il gonfalone significava creare un precedente. Si spazientì e concluse la telefonata dicendo che quando sarebbe morto Almirante, avrebbe inviato il Gonfalone anche a lui. E così andammo a Roma con Peppino Speziale, i vigili ed il Gonfalone della città di Formia. Nel 1993 finì nella bufera giudiziaria, ma dimostrò tutta la sua resilienza. Disse poi che avevamo approfittato delle sue disgrazie ma gli ribattemmo che nel frattempo era divenuto Senatore; eppure non mancò mai nel saluto e nel confronto. Nel 2002, quando i “giovani turchi” di Forza Italia tentarono di fargli la pelle (politicamente parlando) sfiduciando il Sindaco Miele, egli divise il suo campo e favorì la vittoria del Centrosinistra con il terzo mandato di Sandro Bartolomeo. In quella fase, avvertiva la necessità di mettere due punti fermi su Formia: il porto turistico e la pedemontana. Disse testualmente: non possiamo ritrovarci da vecchi per Via Vitruvio senza aver risolto questi problemi; ma proprio su quel banco di prova ci furono gli errori più vistosi: la pedemontana (progetto del centrosinistra revocato nel 2002) che si perse poi nei costi astronomici. Nell’area portuale abbiamo l’attracco per improbabili navi da crociera ma non il porto turistico. E così con le aree industriali dismesse, pluriennale tela di Penelope, che ancora oggi lo stesso centrosinistra sembra non riuscire a districare. Qualche settimana fa aveva dichiarato il suo voto favorevole alla riforma del Senato. A cosa preludesse questa sua decisione non è dato sapere.
Cosa accadrà con la sua scomparsa è difficile prevederlo, ma sicuramente mancherà quale riferimento importante per la sua parte politica e lo scenario cittadino. E’ giusto rendergli l’onore delle armi.
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