MACERATA VAL BENE UNA CACCIA ALL’IMMIGRATO

emanuele-macaluso

Dopo gli orrendi scenari visti a Macerata, dove sei persone sono state ferite a colpi di pistola solo perché avevano la pelle nera da un fascista-leghista, tra tante cose dette e non dette abbiamo letto di una nobile gara tra Salvini e Berlusconi a chi è più bravo a ributtare in mare più immigrati. Berlusconi li ha anche contati: 600 mila. Salvini è incerto se tenersi un po’ sotto quella cifra (599.000) o sopra (601.000). O, volendo anche un milione, perché no? La cosa curiosa è che da un canto si dice, su tutti i giornali paludati, che non c’è correlazione tra la campagna della destra leghista e quel che è successo a Macerata, dall’altro invece si è intensificata, proprio in queste ore, la guerriglia verbale e razzista. Non a caso, l’ex Cavaliere ha fiutato l’aria e si è tuffato nella mischia, mica può perdere terreno rispetto all’alleato.

Intanto nel cimitero del Mediterraneo continuano ad essere seppelliti altri cadaveri di persone che, pur sapendo di andare incontro alla morte, affrontano un viaggio pericoloso. Questa scelta di saltare su un barcone non è un capriccio. Si tratta di persone che vivono (o non vivono) in condizioni insopportabili nei loro Paesi, attraversati da guerre, terrorismi, persecuzioni e carestie spaventose. Noi che faremmo al loro posto, non cercheremmo egualmente di scappare e provare a trovare un rifugio? Sia chiaro, non c’è persona sensata che non capisca che la presenza nelle nostre città e anche nei piccoli Comuni di immigrati non integrati, senza lavoro, con alcuni dediti anche allo spaccio, non provochi problemi seri soprattutto nei quartieri popolari e nelle periferie.

Come affrontare questi problemi? Questo è il punto su cui bisognerebbe discutere. Soprattutto in un Paese come l’Italia, vicino alla Libia dove non c’è un governo autorevole, vicino alla Somalia senza governo e ad altri Stati confinanti che si trovano in identiche condizioni. Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha teso a coinvolgere ciò che poteva essere coinvolto al fine di colpire i trafficanti e controllare possibilmente i flussi migratori. Qualche risultato si è visto. Ma non è stato sufficiente. Anche la Comunità di Sant’Egidio ha attivato dei canali umanitari per ingressi controllati e sotto il profilo dell’integrazione.

Occorre operare con più mezzi e con maggiore impegno europeo per avviare a soluzione i problemi che esistono dei Paesi di provenienza degli immigrati. Salvini e Berlusconi vogliono erigere muri in tutte le coste italiane o vogliono cannoneggiare i barconi? Cerchiamo di ragionare: il problema c’è ma va affrontato con razionalità e umanità. Nel Novecento, 35 milioni di italiani emigrarono negli Usa, in Argentina, in Australia, in Europa, con drammi e condizioni che hanno molto di simile all’oggi. La vogliamo rileggere o no questa storia per capire che più di ogni altro popolo, noi italiani siamo in grado di comprendere il dramma di altri uomini?

(5 febbraio 2018)

You must be logged in to post a comment Login