L’Italia in apnea: un anno di economia. l 2014 è stato per le famiglie un anno di sacrifici, bassi gli standard di consumo. Per la ripresa si confida nel 2015. La ricerca Tecnè per Tgcom24

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Il Pil (Prodotto interno lordo) è ancora in flessione, diminuiscono produzione industriale e commercio al dettaglio e la stima del tasso annuale attesta la disoccupazione al 12,5%. E ancora: il 71,9% degli italiani giudica peggiorata la situazione economica dell’Italia (il 47,6% la pensa allo stesso modo per quanto riguarda la propria famiglia), il 28,4% della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale mentre il 40,3% non può sostenere una spesa imprevista di 800 euro. Questo il cruscotto che racchiude Un anno di economia, l’indagine che Tecnè ha condotto per Tgcom24 per trarre un bilancio sul 2014 che si sta per concludere.
Il quadro che emerge è quello di un anno di sacrifici per le famiglie italiane. Lo dimostrano in particolare gli standard di consumo, che si sono mantenuti nel 2014 su livelli decisamente bassi. Migliorano, anche se restano al di sotto dei livelli soddisfacenti, le prospettive a 12 mesi per la famiglia.
I giudizi delle famiglie sulla situazione economica dell’Italia si collocano durante l’arco dell’anno – in una scala 100-1 – in territorio negativo. A inizio 2014 l’indice di fiducia si attestava a 21 punti per concludere nell’ultimo trimestre a 23 (la soglia di massima di fiducia è stata raggiunta nel terzo trimestre, a 30 punti).
Migliori, in compenso, le attese per il futuro con l’anno che si chiude poco al di sotto del livello con cui era cominciato (44 a 45). Le prospettive per l’Italia a 12 mesi erano più rosee nel secondo trimestre, quando l’indice si attestava a 52 punti.
In territorio negativo, ma allo stesso tempo più favorevoli, i giudizi sulla situazione economica della famiglia. Dai 36 punti iniziali l’ultima parte dell’anno registra un +2, stabile dal secondo trimestre. Le prospettive a 12 mesi delle famiglie non sono ancora in territorio positivo, ma cominciano ad essere più ottimiste nonostante la perdita di un punto rispetto al primo trimestre (47-46). Il saldo del bilancio familiare (la differenza tra entrate e uscite) si è mantenuto stabile per tutto l’arco dei 12 mesi, con l’indice che ha oscillato tra i 46 e i 47 punti.
Basso lo standard dei consumi (il punto più alto è stato toccato nel secondo trimestre, a 28 punti) a conferma di come le famiglie anche quest’anno abbiano mantenuto una gestione oculata delle risorse. Coerentemente, le intenzioni di acquisto di beni durevoli (nell’immediato) non hanno mai superato una certa soglia (dai 25 punti del primo trimestre si passa ai 26 del terzo e del quarto).

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