Dall’incontro in Prefettura e dai documenti presentati da Acqualatina (Ing. Ennio Cima e l’A.D. Marco Lombardi) emergono con chiarezza due progetti che interessano il Sud pontino e in particolare i comuni dell’area del Golfo di Gaeta. Il completamento del collegamento Cellole – Minturno per trasferire acqua dalla sorgente del Gari e l’uso dei 2 pozzi realizzati (+ 4 da realizzare) in zona Acervara. Queste scelte maturarono durante la siccità del 2017, quando la paura della grande sete allarmò i Sindaci del Golfo: Cosmo Mitrano chiese di “far venire l’acqua da Marte o dal Congo” purchè arrivasse, Bartolomeo si oppose (giustamente) all’impianto del dissalatore a Formia mentre il Sindaco Stefanelli dichiarò di volerlo a Minturno. Come è noto le crisi producono soldi da movimentare e spesso non nella direzione giusta. Infatti il Governo accolse la richiesta di calamità naturale e concesse 5 milioni di euro per interventi urgenti da realizzare entro i 180 giorni ma tranne l’arrivo di qualche nave cisterna, un dissalatore nell’area della “Panapesca”, e un pò d’autobotti (?), il grosso delle risorse andarono ai pozzi dell’Acervara e alla condotta di Cellole. L’ex Senatore Claudio Fazzone suonò la squilla per la condotta anche se apparve chiaro che i lavori non sarebbero stati conclusi nei 180 giorni (meno male che il 2018 fu molto più piovoso del 2017). Iniziò così la grande bolla dello spreco e dell’inefficienza che speriamo sia prossima a scoppiare. Oggi, appare chiaro che pozzi e condotta servono oggettivamente a nulla, tranne che agli interessi dei Gestori Acqualatina e Acquacampania. Le sorgenti di Mazzoccolo e Capodacqua producono circa duemila litri al secondo di acqua. Dei 1200 di Capodacqua ne vengono prelevati poco più di 400 mentre i restanti 800 litri/secondo vengono fatti fluire in mare.
A Mazzoccolo prelevano 400 litri/secondo su 600/800 di portata media. L’acqua ce n’è e tanta ma la rete di distribuzione è letteralmente sfasciata e fino a quando lo sarà, non sarà sufficiente tutta l’acqua che viene dal cielo.
Ci sono stati anni peggiori del 2017 (ad esempio il 2007) ma la rete non era così ammalorata come oggi con una perdita di carico del 73%. I costi delle bollette sono di energia elettrica per fare arrivare alle case il 28 % di acqua pompata mentre il 72 % va nel sottosuolo. Ma torniamo alla condotta e ai pozzi. La tesi sostenuta ora da Acqualatina è che l’acqua del Gari (160 litri/secondo), trasportata via Cellole, assieme a quella prelevata all’Acervara servirà a risolvere il problema della torbidità. Lo ha detto l’Ing. Ennio Cima nella riunione in Prefettura. “S’intorbidano le sorgenti? Le lasciamo scaricare in mare mentre immettiamo nell’acquedotto 200 litri del Gari e 200 dell’Acervara”. Un’altra mogolfiera di sciocchezze che s’innalza maestosa nei cieli del golfo. Al massimo potrebbero sopperire alla metà dell’acqua oggi pompata in rete (sfasciata) e poi mancano i collegamenti per fare una cosa simile ( che ad onor del vero non avrebbe neanche la dignità di essere raccontata). L’A.D. Marco Lombardi (in Prefettura) ha rincarato la dose affermando che Mazzoccolo andrebbe abbandonata poichè si trova nel centro abitato. Altra dichiarazione incauta: Mazzoccolo e Capodacqua sono fonti insostituibili. Intanto la condotta di Cellole è ancora ferma poichè dopo la necropoli ora hanno trovato una domus romana con annesso vasellame (54 vasi). Nel frattempo preparano un contatore fiscale, per quando ci porteranno l’acqua facendola pagare a prezzi maggiori di quella delle nostre sorgenti. All’Acervara è spuntato il sale. L’esercizio continuo dei due pozzi realizzati (Tulliola e Terenzia e tra poco arriva pure Cicerone) indica una crescita dei cloruri, prova inoppugnabile dell’infiltrazione di acqua marina. Lo dice Giuseppe Sappa con una relazione (incarico di Acqualatina) e alcune pubblicazioni scientifiche (Università “La Sapienza di Roma”). E a questo proposito termino esortando il consigliere Cristian Lombardi di avere un pochino di rispetto per il Prof. Giuseppe Sappa poichè sebbene incaricato da Acqualatina per lo studio dell’Acervara e la misurazione delle portate di Capodacqua, il Prof. ha detto la verità contrariando Cima e company di Acqualatina, prova evidente che l’Università di Roma non è affiliata all’acquaiuolo. La rete di distribuzione resta sfasciata ecco perchè il risanamento delle condotte dovrebbe restare la madre di tutte le battaglie. Francesco Carta
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