Le «Considerazioni generali» del 50° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2016
Roma, 2 dicembre 2016 – Una società che continua a funzionare nel quotidiano, rumina gli input esterni e cicatrizza le sue ferite. Nel «silenzioso andare del tempo», sono tre i processi principali della società italiana. In primo luogo, la società continua a funzionare nel quotidiano. Non come scettica passività dell’abitudine, ma come primato dell’impegno quotidiano dei soggetti economici e sociali. Le imprese continuano a operare nelle dinamiche di filiera (basti ricordare la filiera enogastronomica, quella del lusso e del made in Italy, quella della progettazione, fabbricazione e manutenzione dei macchinari); le famiglie continuano a coltivare i loro risparmi e i loro patrimoni; il sistema di welfare continua la sua lucida e spesso dura quadratura in modo da non perdere il suo ruolo cardine nella soddisfazione dei bisogni sociali; il territorio continua a essere un fondamentale fattore dello sviluppo (si pensi al recupero delle città come sedi di localizzazione manifatturiera); gli incrementali arrivi turistici continuano a confermare una prosperante attrattività del nostro Paese; e anche il Mezzogiorno non ha mostrato cedimenti da sommare a cedimenti del passato.
In secondo luogo, la società rumina e metabolizza gli input esterni, volta per volta rimuovendoli o assimilandoli. Vale per il flusso crescente di migranti e la loro faticosa integrazione; per il processo di digitalizzazione (che mette in crisi l’intermediazione burocratica del ceto impiegatizio che su tale prassi aveva costruito potere e identità); per la faticosa affermazione legislativa e giurisprudenziale dei diritti individuali. In terzo luogo, la società cicatrizza le ferite più profonde: la Brexit, che appare come una crisi radicale sulla strada di una compatta identità europea, con il rischio per noi di perdere un riferimento essenziale (non solo linguistico) per sviluppare una cultura poliglotta; la dura ferita degli eventi sismici degli ultimi mesi, con il rischio di una contrazione dell’economia delle aree interne e la perdita di attrattività dei borghi e dei centri minori; la pericolosa faglia che si va instaurando tra mondo del potere politico e corpo sociale, che vanno ognuno per proprio conto, con reciproci processi di rancorosa delegittimazione.
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