Un parco urbano a due corsie
Perché interrare la via Flacca in corrispondenza di Piazza Paone non è solo un problema di viabilità. Idee e spunti per un progetto di trasformazione urbana
La fattibilità dell’interramento della strada statale Flacca in corrispondenza di piazza Paone, per restituire alla città di Formia quel collegamento diretto con il mare che per secoli c’è stato, non può prescindere dalla necessità di allargare lo sguardo al contorno. Ciò non soltanto perché un progetto sempre si riverbera oltre le aree strettamente interessate, ma soprattutto perché un‘idea così ambiziosa richiede ingenti risorse e il coinvolgimento di una pluralità di soggetti, pubblici e privati. Per questo l’intervento non deve essere limitato alla viabilità, ma deve avere i connotati di un piano di trasformazione urbana dalla rotonda del porto a quella dei carabinieri.
Protagonisti obbligati del progetto devono essere la strada Flacca, Piazza Paone, l’adiacente antico quartiere di Mola, la sua darsena, la qualificazione delle ritrovate aree a mare, un possibile e credibile progetto di approdo per la piccola e media nautica diportistica.
Occorre mettere in relazione tra di loro e con il resto della città le aree esistenti, caratterizzare quelle nuove che si prevede di sottrarre al mare e creare occasioni di sviluppo ed investimento. In particolare un diverso disegno degli spazi urbani ed il nuovo porto turistico dovranno divenire i volani per una riqualificazione urbanistica dell’abitato di Mola.
E’ nata così l’idea di riportare sulle mappe satellitari della città alcune delle indicazioni sopra citate. Non un progetto preliminare, ma soltanto spunti di riflessione sui quali soffermarsi e sui quali avviare un doveroso dibattito.
Per l’interramento della statale Flacca si sono poste alcune condizioni: 1) salvaguardare le darsene esistenti della Quercia e di Mola; 2) non passare sotto di esse per contenere i costi.
Il tratto interessato è stato così individuato dalla darsena della Quercia fino all’inizio del viadotto di Mola, per circa 490 ml. L’interramento non può essere predisposto per tutta la lunghezza perché preceduto e seguito dalle rampe di raccordo altimetrico. Per il tipo di viabilità servita la pendenza delle rampe non deve superare il 5% e, in galleria, deve essere garantita un’altezza libera di 5 metri. Questo significa che, se si comprende lo spessore della soletta di copertura delle carreggiate, l’interramento è di circa 6 metri dall’attuale piano viario.
A questo punto si presentano due possibilità: passare completamente al di sotto dell’attuale quota di scorrimento stradale o ammettere una leggera “gobba” al tratto interrato per limitare la lunghezza delle rampe di raccordo. La prima scelta prevede tratti di raccordo non inferiori a 120 ml., con un conseguente residuo tratto interrato di circa 250 ml. La seconda invece, ammettendo un leggero fuori terra di 2 metri, ridurrebbe le rampe a circa 90 ml. ciascuna ed il tratto interrato sotto la “gobba” salirebbe a 310 ml. In questa eventualità sarebbero minori gli oneri degli scavi e dei lavori in presenza di acqua, ma ci sarebbero i costi di sagomatura della collinetta artificiale, le cui pendici non dovrebbero tuttavia superare l’8%.
La scelta potrà essere oggetto di affinamenti successivi perché non cambia in misura rilevante l’ordine di grandezza della spesa e, soprattutto, non modifica il progetto urbanistico.
Per Piazza Paone l’idea è quella di sottrarla in gran parte ai parcheggi di superficie. Questi possono essere utilmente ospitati al di sotto dell’attuale piano carrabile, come in parte già avviene. La superficie della piazza aumenterà di quasi 5000 mq. perché sarà estesa alle aree prima occupate dalla statale. Gli esistenti ed i nuovi spazi andranno attrezzati con vaste aree verdi e camminamenti pedonali, in particolare verso la ritrovata linea di costa. Qui, attraverso la riconversione del parcheggio esistente e l’utilizzo pubblico delle nuove aree oggetto d’imbonimento sarà realizzata una grande piazza “Marina”, a livello del mare. Nell’ambito della riqualificazione si potrà prevedere di creare una passeggiata pedonale ed una pista ciclabile tra la darsena di Mola fino al piazzale Vespucci, da cui proseguire (con un altro progetto) verso il parco di Caposele e la spiaggia di Vindicio.
L’ Approdo per la piccola e media nautica diportistica a cui si è pensato deve essere un luogo aperto alla città, non chiuso ed autosufficiente. I servizi (ristorazione, tempo libero, B&B, articoli nautici…..) dovranno essere forniti dal limitrofo quartiere, opportunamente ristrutturato. I volumi da costruire ex novo nelle nuove aree portuali sarebbero subordinati alla dimostrata impossibilità di riutilizzare quelli già esistenti nel limitrofo quartiere di Mola. Per questo occorre riconvertire le destinazioni d’uso di alcun i grandi contenitori presenti nell’area. Solo così si potranno mettere in relazione le aree a mare, attrezzate e dotate di banchine, con quelle a terra. Solo così le aree sottostanti il viadotto di Mola cesseranno di essere degradate e male utilizzate.
Lo sforzo finanziario per realizzare tutto ciò è notevole. L’ordine di grandezza di larga massima delle sole opere d’interramento della Flacca, con annesse variazioni alla viabilità minore di raccordo, si aggirerebbe sui 12/15¬ mln. di euro. Per le altre sistemazioni di parte pubblica, in assenza di almeno un progetto preliminare, riesce difficile avere indicazioni di costo, anche se solo come ordine di grandezza.
Anche i privati investitori del porto turistico saranno chiamati ad un notevole sforzo economico, almeno pari a quello pubblico. Tuttavia pubblico e privato in sinergia, riuniti in una STU (Società di Trasformazione Urbana) potrebbero richiedere finanziamenti, nazionali ed europei, oltre naturalmente impegnare risorse proprie per più esercizi finanziari.
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