FORMIA PONTE DI CULTURE
Maurizio Stammati: “I partner internazionali ci credono e vogliono investirci”.
Si chiude la XI Edizione del Festival dei Teatri d’arte mediterranei. Tre giorni di spettacoli, concerti, eventi, letture, mostre, incontri promossi dal 28 al 30 agosto dal Teatro Bertolt Brecht all’interno del progetto Officine culturali della Regione Lazio in collaborazione con il Comune di Formia e l’Ente Parco Riviera di Ulisse.
Un festival che diventa una comunità ideale, patrimonio della città e ponte tra le culture del Mediterraneo, che offre l’opportunità di valorizzare gli artisti del comprensorio e di aprirsi alle esperienze nazionali ed internazionali. Un festival che ha fatto commuovere, sorprendere, sognare, sperare e divertire. Un festival che con i suoi partners esteri rilancia grandi progetti per il futuro.
Fili rossi che si sono intrecciati. La voglia di far rivivere le antiche rovine del Parco di Gianola con “Le Memorie di Adriano” e “L’Antigone” nella cisterna maggiore, la “Medea” ai ruderi della villa di Mamurra a strapiombo sul mare; i classici prendono vita, parlano di attualità davanti ad una grandissima partecipazione di pubblico alle 7 di mattina sul finire di Agosto. Un successo voluto ma inaspettato, desiderato e stimolante.
Fili rossi sottesi al programma del festival che ha contato oltre 2500 presenze in tre giorni con una grande partecipazione a tutti gli eventi promossi.
La voglia di riscatto di alcuni luoghi simbolo, simbolo per quello che rappresentano e potrebbero rappresentare, per le persone che lo abitano e aspettano l’appuntamento annuale con le letture pomeridiane per un respiro di speranza: la signora dai capelli bianchi raccolti che abita nell’ex clinica Cusumano dove è stato incarcerato Gramsci, la vivace formiana che vive accanto all’Ex Seven Up, bene sottratto alla Camorra e le voci di donne dell’Ex lavatoio di Mola, oggi coperto da sterpaglie e casa di un senza tetto per la notte.
La voglia di una musica che riecheggi le melodie ed i sentieri dei popoli del Mediterraneo con racconti corali, i ritmi etnico – popolari fino alle sinfonie persiane e le danze sufi.
La voglia di parlare attraverso il teatro di viaggi verso un treno misterioso con Gianfranco Quero, di Pinocchio per mare e di Ipazia tra i suoi sogni, i suoi libri e l’eternità del pensiero che non brucia.
La voglia di creare una rete a livello internazionale grazie agli ospiti spagnoli dell’Università di Siviglia, Mercedes Arriaga e Daniele Cerrato, e delle istituzioni culturali tunisine, Dhaker Akremi e Mourad Amara. Un rapporto che prosegue oltre il festival, che possa promuovere motivi di scambio e contatto, che realizzi concretamente una comunità del Mediterraneo, opportunità di lavoro.
“Il successo del festival ci spinge a lavorare da subito alla prossima edizione; crediamo che Formia e tutto il territorio possa diventare davvero un centro culturale di riferimento per tutto il Mediterraneo, dal Magreb ai paese arabi fino a quelli occidentali che possono trovare qui una sintesi artistica, culturale e di pensiero. Un’occasione che non vogliamo perdere, la qualità del nostro lavoro e delle nostre relazioni ci spinge a credere che c’è una possibilità di incontro. Il Mediterraneo con i suoi lutti e la sua storia ci obbliga a lavorare da domani a questo festival ed i partners internazionali intervenuti quest’anno credono in questa esperienza, vogliono investirci dando l’opportunità e la possibilità ai giovani del territorio di lavorare alll’estero”, afferma il direttore artistico Maurizio Stammati.
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