Israele mantiene la pressione su Gaza: nella notte sono continuati gli attacchi aerei e il martellamento dell’artiglieria contro le postazioni di Hamas, nonostante gli sforzi diplomatici per fermare il bagno di sangue. Al settimo giorno dell’offensiva, le vittime sono arrivare a 172 e oltre 1.230 le persone ferite. Stamane i raid hanno colpito tre strutture di formazione del braccio militare di Hamas, le Brigate di Ezzedin al-Qassam, ma non si sono registrate vittime. Colpiti anche edifici a Gaza City, Deir el-Balah, nella parte meridionale della Striscia, e nella città costiera di Jabaliya. Israele si è anche mosso contro Hamas in Cisgiordania, arrestando almeno cinque deputati del movimento islamista a Nablus e Jenin, hanno riferito fonti palestinesi.
In vista di una possibile offensiva di terra da parte di Israele, circa 17.000 persone hanno abbandonato le proprie case nel nord della Striscia di Gaza e hanno trovato rifugio presso le sedi delle Nazioni Unite. Gli attacchi odierni hanno preso di mira siti delle brigate Ezzedim al-qassam, braccio militare di Hamas, senza fare vittime.
Per la prima volta dall’inizio di questo nuovo conflitto, un razzo lanciato dalla Siria è caduto sulle alture del Golan occupate da Israele, senza fare vittime; l’esercito israeliano ha risposto con colpi di artiglieria contro postazioni delle forze regolari siriane. Stando a quanto riferito dall’esercito israeliano, «diversi razzi sono stati lanciati dal Libano sulla Galilea occidentale», senza fare feriti. Anche in questo caso le forze armate dello stato ebraico hanno risposto con colpi di artiglieria e denunciato il caso alle forze Onu.
Israele ha colpito Hamas anche in Cisgiordania, arrestando cinque leader del movimento a Nablus e Jenin, stando a quanto riferito da fonti della sicurezza palestinese. Intanto, sono circa 715 i razzi che hanno raggiunto Israele e oltre 160 quelli intercettati, al momento non si contano vittime.
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