Ricordiamo a tutti che domani sera alle ore 18, in via San Lorenzo 10, presso la sede del PD si proietterà il film ” La mafia uccide solo d’estate” (Pif e Cristiana Capotondi). Al termine ci sarà un raduno conviviale con “la pizza di Mauro De Luca”. E’ necessario in linea di massima sapere quanti siamo per regolarci nell’ordinare la pizza. Fate sapere con messaggio telefonico al 339 8188869 oppure esprimendo mi piace su questo post.
LE RAGIONI DEL FILM
Colpo di scena!
Oggi non c’è il Nuovo Cinema Amarcord. Forse arriva domani, forse venerdì, vediamo.
Ma non è mancanza di voglia, è che questa settimana avevo voglia di vedermi una commedia e, alla fine, ho visto due film: Bar Sport, tratto dal libro omonimo di Benni, che posso liquidare con un bel: “bah!“, ma solo perché non voglio usare parolacce da subito.
L’altro è, appunto, La Mafia Uccide Solo D’Estate, un film che non si è cagato nessuno ed è stato al cinema il tempo di uno spettacolo.
MI ha colpito davvero tanto, mi ha fatto ridere e mi ha commosso, cose che succedono raramente. Figurarsi in un solo film.
Non ero assolutamente preparato.
La Mafia Uccide Solo D’Estate è un film ideato, diretto e interpretato da Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, e coadiuvato nella sceneggiatura da Michele Astori e Marco Martani.
Pif lo conosco, e mi piace, per la sua trasmissione Il Testimone su MTv, l’unica cosa che vale la pena vedere su quel canale, a parte Geordie Shore, ma solo perché quest’ultimo mi fa sentire molto molto molto intelligente.
Invece Il Testimone è una trasmissione intelligente di per sé. Pif gira l’Italia e il resto del mondo mostrando la realtà per come è, attraverso la sua telecamera portatile, senza artefare le storie di cui parla, intervistando i protagonisti con ironia, dove ci vuole, rispetto e intelligenza, dove lo meritano.
La stessa ironia e la stessa intelligenza le mette in La Mafia Uccide Solo D’Estate prendendo la storia d’amore del piccolo Arturo, bambino nato negli anni ’70 a Palermo, e facendo vedere come è stata ostacolata dalla Mafia, tanto che non si è mai riuscito a dichiarare alla sua Flora, Cristiana Capotondi.
Detta così sembra una cazzata, ma il film è tutt’altro che una cazzata.
La storia d’amore è un pretesto per parlare di mafia in modo sincero e diretto, come, io personalmente, non avevo mai visto, né sentito parlare.
Per me, nato e cresciuto a Milano, dall’altro capo dell’Italia rispetto ad Arturo, la mafia è sempre stata un mostro enorme e informe. Un essere astratto che ogni tanto uccide qualcuno per un supposto codice d’onore o perché è una persona scomoda.
I mafiosi sono cattivi da fiction di Canale 5, uomini che vivono nella penombra, che decidono chi uccidere, quando e come farlo, lontano da me e dal mio mondo.
Quando a Palermo la mafia faceva saltare in ria le macchine io ero piccolo e guardavo Goldrake, sentivo vagamente da lontano che questo o quel giudice dal nome buffo era morto. Queste cose non mi sembravano più vere di quanto non lo fossero i cartoni.
La Mafia Uccide Solo D’Estate invece parla di come le stragi mafiose interferivano direttamente con la vita dei Palermitani. Di come Cosa Nostra fosse un entità vera e propria, avesse corpi e facce, fosse mischiata alla gente comune e alimentata dall’omertà di questi ultimi.
Parla del fatto che l’omertà non è solo non fare i nomi e i cognomi dei colpevoli, è anche voltarsi dall’altra parte, trovare scuse per giustificare la morte di questo e di quello, raccontarsi delle palle da soli, sapendo di mentire.
La Mafia Uccide solo D’Estate ribalta completamente le mie sensazioni mostrando come fosse lo stato ad essere un essere enorme e informe, lontano dalla vita dei cittadini. Un mostro i cui tentacoli facevano capolino in televisione o sui giornali minimizzando ogni cosa, distogliendo l’attenzione dalla realtà e negando il problema. Lo stato che ogni tanto scendeva in piazza a stringere le mani e a fare i sorrisoni, sparando slogan a effetto, solo per rappresentanza e per alimentare l’omertà di cui sopra perché faceva comodo.
Detta così, invece, sembra una roba fin troppo seria, ma il film è tutt’altro che serio.
Pif riesce a raccontare la rabbia e la frustrazione, la finta guerra alla mafia da parte dello stato, con una ironia, un sarcasmo amareggiato e un’intelligenza fuori dal comune, che io gli invidio molto. È capace di far ridere e far stringere i pugni dalla rabbia e dalla frustrazione nella stessa scena, allontanandosi dalla solita retorica.
Racconta i fatti in modo pedissequo e senza troppi fronzoli, immerge nella realtà con una costruzione dei set e degli omicidi quasi maniacale, tanto che le scene del film si mischiano in modo incredibile con i servizi dei telegiornali d’epoca.
Racconta i mafiosi come gente normale, ma con una morale totalmente distorta, folle. Ammazzavano le persone, ma non sapevano usare il telecomando del condizionatore d’aria.
Io tutte queste non le sapevo in questo modo, non mi hanno mai toccato davvero, erano lontane, su un altro mondo.
La prima volta che mi sono reso conto della portata della mafia è stato quando hanno ucciso i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma ero già grandicello e cominciavo a capire le cose in modo diverso.
Non vorrei azzardare troppo dicendo che La Mafia Uccide Solo D’Estate è il miglior film italiano che abbia visto recentemente. Anche se non lo fosse, ci si avvicina molto.
In genere non parlo mai dei film che recupero, a meno che non abbiano una qualche rilevanza con il blog o mi colpiscano veramente tanto.
Questo mi ha colpito veramente tanto e lo consiglio a tutti, belli e brutti, ora si trova comodamente in DvD senza dover andare al cinema, quindi lo sforzo di vederlo è minimo.
(6 foto)
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