Ridurre del 40% le emissioni di gas a effetto serra, raggiungere l’obiettivo del 40% di efficienza energetica, centrare il target obbligatorio del 30% di energie rinnovabili entro il 2030 ed eliminare gradualmente le emissioni di carbonio. Questi i numeri contenuti nella risoluzione approvata dalla Commissione ambiente dell’Europarlamento, che costituisce il testo del mandato negoziale per la Conferenza Onu sul clima (COP 21) di Parigi e che andrà al voto della plenaria il 14 ottobre prossimo. Il testo chiede anche un accordo giuridicamente vincolante per evitare che il riscaldamento globale superi i 2 gradi centigradi, ma senza contraccolpi negativi sul piano economico. Questi obiettivi coincidono con quelli indicati nelle settimane scorse dal Consiglio dei Ministri dell’ambiente in cui è stato stabilito che le emissioni globali di gas serra dovranno ridursi di almeno il 50% entro il 2050. per essere vicine (o sotto) lo zero entro il 2100.
Nella risoluzione adottata con 55 voti favorevoli, 5 contrari e 8 astensioni, la Commissione indica anche che una parte delle quote del mercato del carbonio dell’UE dovrebbe essere destinata ai finanziamenti per il clima e chiede anche che siano individuate nuove fonti di finanziamento per l’ azione pro-clima. Il settore dei trasporti, poi, la seconda fonte di emissioni di gas serra, dovrebbe avviare misure per ridurre le emissioni entro la fine del 2016. “La posta in gioco è enorme – ha dichiarato Gilles Pargneaux (S & D, FR), che ha redatto la risoluzione – dobbiamo limitare l’aumento globale della temperatura a 2 gradi C se vogliamo frenare il cambiamento climatico e le conseguenti siccità e inondazioni catastrofiche e le crisi alimentari.
Questi disastri naturali sono la causa della crescita esponenziale dei rifugiati climatici che potrebbero raggiungere il numero di ben 200 milioni nei prossimi anni, un numero superiore rispetto ai rifugiati di guerra”. Sul fronte dei finanziamenti, uno dei dossier “più caldi” della prossima Conferenza Onu sul clima di Parigi, la Commissione ambiente del Parlamento europeo chiede che i finanziamenti per il clima, il Fondo verde per il clima, sia all’ interno dell’ accordo che si raggiungerà a Parigi in un modo tale da riflettere la modifica delle realtà ambientali ed economiche, ed invita quindi l’Unione europea e i suoi Stati membri ad accordarsi su una tabella di marcia per alimentare di 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 il Fondo, per aiutare i paesi in via di sviluppo, che non hanno i mezzi per combattere il cambiamento climatico. “In questa lotta – ha concluso Gilles Pargneaux- l’Europa deve essere il motore e il modello”.
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