Cuperlo: «La via è stretta, potremmo fallire. Ma dobbiamo sederci al tavolo» Pubblicato il 28 aprile 2018 in News, Partito

Gianni-Cuperlo

Se il M5S archivia il «passo falso» con cui ha iniziato il viaggio, il Pd può (anzi deve) aprire un dialogo sul governo. Ma la via per Gianni Cuperlo è molto stretta e i dem non possono rischiare altre scissioni: «Una spaccatura l’abbiamo già vissuta, con esito non brillante per chi è uscito e per chi è rimasto».

Come voterà in direzione sul confronto coni 5 Stelle?
«Prima voglio discutere, senza pregiudiziali. Dobbiamo verificare se il Pd è un partito, o una somma di pezzi destinati a non combaciare».

Martina riuscirà a tenere insieme i pezzi?
«Tutto sommato Martina ha tenuto un atteggiamento equilibrato e ragionevole. Ho condiviso la linea che abbiamo assunto dopo il voto, era giusto prendere atto del risultato chiedendo alle forze che avevano avuto più consensi di avanzare una proposta per il governo del Paese».

Adesso tocca a voi?
«Un governo Lega-5 Stelle sarebbe un rischio per il Paese. Ma di fronte alla paralisi è compito di una forza come la nostra capire le condizioni per un eventuale dialogo. I 5 Stelle sono arrivati primi, ma non hanno i numeri. L’impressione è che siano partiti da una priorità che non è l’idea del Paese, ma l’idea del potere. Se archiviano il passo falso, il Pd può discutere».

Ha dimenticato gli insulti?
«Il pregresso di insulti reciproci che ci si è rivolti per l’intera legislatura ha un peso, ma non è l’elemento che rende più difficile il percorso».

Non le è piaciuta la strategia dei due forni?
«Dirsi pronti a firmare un contratto con la Lega o con il Pd è un limite politicista e tattico nel modo di concepire la leadership. Rivolgendosi sia a noi che a un partito sovranista, Di Maio dimostra di non compiere una scelta di campo su temi come sicurezza, welfare, lavoro, integrazione, cittadinanza».

Pronto a sedersi al tavolo?
«La via è molto stretta, le distanze su tanti temi sono marcate e capisco il sentimento di una parte degli elettorati. Ma senza rinunciare ai nostri principi e valori, noi a quel tavolo dobbiamo sederci, sapendo che il confronto potrebbe non riuscire».

Prevarranno i dialoganti o gli arroccati?
«La scelta che siamo chiamati a compiere impone un’unità di fondo. Il Pd va rifondato, dobbiamo cambiare radicalmente tutto».

Renzi si riprenderà il Pd?
«Ha detto che non ha intenzione di ritirare le dimissioni. E qui parlo da professionista della materia, quando ci si dimette ci si dimette».

Lei è cassintegrato del Pd.
«Il mio regime è di cassa integrazione a zero ore, senza retribuzione. Sono molto preoccupato per la sorte di decine di lavoratori, che perdono il posto di lavoro. Penso debba esserci una azione di solidarietà del Pd e dei gruppi».

You must be logged in to post a comment Login