Faccio partire la veloce riflessione sull’omicidio di Mario Piccolino con una provocazione: a me, in questa sede, non interessa il motivo per cui Mario è stato assassinato. Tanto è stato scritto e tanto se ne scriverà; il mio personale parere è che Lui sia stato ucciso per la sua vicinanza alle battaglie dell’Amministrazione comunale di Formia; ma lo ripeto, non è questo il momento per tale riflessione e potrebbe non essere corretta.
Quello che mi interessa evidenziare, in un momento buio e gelido come quello che Formia ha vissuto negli ultimi giorni, è quello che è successo a livello sociale. La fiaccolata di sabato sera, silenziosa, composta, senza bandiere ma con tanti ideali è stata per me una risposta stupefacente e se mi permettete, entusiasmante. Se è vero che la criminalità organizzata si insinua negli spazi lasciati liberi dalle istituzioni, si insinua come una serpe nei vuoti culturali e di valori, dove l’unico parametro sono i soldi ed il potere, quello che sabato è successo a Formia è stato incredibile! La città ha risposto che non ci sono vuoti valoriali, non ci sono sub-culture maggioritarie, c’è una città matura che si confronta con un presente difficile, fatto di infiltrazioni e di coinvolgimenti.
Insomma, non doveva mica morire Mario Piccolino, per prendere consapevolezza della presenza della Camorra nel basso Lazio; doveva morire Mario Piccolino, perché ci fosse questa reazione, così compatta e straordinaria.
Ora le vestali dell’antipolitica, coloro che teorizzano il “sono tutti uguali”, argomenteranno che la risposta culturale è stata della società, non della politica (come se le due cose fossero differenti ed antitetiche); ai lettori strumentali degli eventi, evidenzio che questa realtà sociale è figlia di venti anni di amministrazioni che hanno provato ad investire nella cultura della legalità, non tutte, ma alcune si! Amministrazioni che non hanno dato per scontato che l’unica risorsa economica per Formia, fosse l’urbanistica selvaggia e privata.
Mario è morto e noi ci siamo sentiti intorno alla sua salma comunità. Non è tanto ma è un inizio! Adesso la Politica alta, con la “P” maiuscola è chiamata a dare dei segnali, segnali inequivocabili di serietà e di correttezza, speriamo sia all’altezza del tessuto sociale che sabato sera si è riunito intorno alla salma di Mario Piccolino.
Gianluca Giattino
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