CON IL COVID-19 DOBBIAMO CONVIVERCI FINO ALLA VACCINAZIONE

In questo momento dobbiamo spezzare l’epidemia e ritornare a vivere. L’amico Emilio Civita dice che negli ultimi report ho piuttosto svolto considerazione di ordine politico (condivisibili) e meno di carattere sanitario. Le due cose sono imprescindibili poiché gli indirizzi sanitari scaturiscono dalle decisioni politiche, così come quelle di carattere ambientale ed economico. E’ giusto in questo momento combattere l’epidemia però è assai naturale chiederci (e lo stiamo facendo tutti) da dove e perché è venuta questa terribile botta. E ci sono tante altre domande che via via ci stiamo ponendo: quando tempo ancora dobbiamo restare in casa, se durerà fino a luglio, come riprenderemo il lavoro e la vita normale, se ci potranno essere ricadute, come dovremo proteggerci nel futuro prossimo e quello a medio e lungo termine. Ho già scritto circa le relazioni tra i cambiamenti climatici e il cosiddetto salto di specie che in quest’ultimo decennio è divenuto lo sport più amato di molti virus: ad un certo punto hanno cominciato a saltare dagli animali all’uomo provocando epidemie. Se questo è vero, come lo è, occorre porsi la semplice domanda del perché. Oramai gli scienziati concordemente dichiarano che «mai prima d’ora ci sono state così tante opportunità per agenti patogeni di passare dagli animali selvatici alle persone».

Ed infatti il 75% di tutte le malattie infettive più recenti provengono dalla fauna selvatica. Dunque, se la priorità in questo momento è debellare il Coronavirus, «la risposta a lungo termine deve affrontare la scomparsa dell’habitat di molte specie e, di conseguenza, la diminuzione della biodiversità» (Inger Andersen, direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente). Concentriamoci sul Corona virus. I risultati della quarantena e del distanziamento sociale stanno funzionando. La curva dei contagi, dei ricoverati e più specificamente di quelli in Terapia Intensiva, sta piegando verso il basso. Così anche i decessi che mediamente accadono dopo 8 giorni dal ricovero stanno diminuendo. Dobbiamo continuare la quarantena. Tre mesi ci separano dall’estate piena, e dobbiamo immaginare come far riprendere la circolazione delle persone. Certo è inimmaginabile andare al mare con le mascherine e farci il bagno distanziati e però per quel periodo dovremo avere chiara la mappa epidemiologica dei contagiati e non, per modulare i nostri comportamenti.

Vedremo, all’atto della validazione dei test sierologici quale campionatura andremo ad eseguire. L’Assessore Regionale Alessio D’Amato ha annunciato di voler fare i test all’intera popolazione del Lazio. Le mascherine con il filtro (Fpp3 filtrazione aria 99%) sono ad uso esclusivo di coloro che operano in ambienti potenzialmente contaminati. Le Fpp2 vanno utilizzate in ambienti molto confinati e affollati. Entrambe filtrano le polveri sottili. Le mascherine chirurgiche (del primo tipo) possono essere utilizzate dalla gente comune. Si ribadisce che quest’ultime servono, quando indossate da tutti, a proteggerci reciprocamente quando siamo in ambienti chiusi (negozi, ecc.). All’aperto il distanziamento di un metro e mezzo è sufficiente anche senza mascherina purché un eventuale starnuto venga contenuto dal piega del braccio. Veniamo ai dati di oggi. Come già detto la curva epidemica nazionale curva verso la discesa. Oggi l’incremento dei casi positivi totali nella giornata indica + 3,4% (ieri + 4,0%). I contagiati sono 128.948 con 91.246 infezioni in corso, 21.815 guarigioni e 15.887 deceduti. Ancora in calo il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva (3.977 contro i 3.994 di ieri). In Lombardia la curva scende al +2,7% contro il +3,3% del 4 aprile: il numero dei contagiati è di 50.455 con 1.337 nuove infezioni, a fronte però di un forte incremento del numero dei tamponi. A Milano ci sono ancora numeri in controtendenza rispetto alle altre provincie. Al di sotto dell’Emilia, Marche e Toscana il contenimento del contagio è piuttosto sostenuto.

Nel Lazio la situazione è sotto controllo, anche nella nostra Regione l’epidemia segue un corso contenuto. Il numero più alto di contagiati è su Roma e Provincia. La Provincia di Latina è terza dopo Roma e Frosinone. I dati su scala provinciale sono i seguenti: rispetto alla giornata precedente, si registrano 18 nuovi casi positivi, di cui 12 trattati a domicilio. I casi sono distribuiti nei comuni di: Latina (6), Fondi (5), Aprilia (3), Terracina (1), Cori (1), Gaeta (1), Cisterna (1). Giungiamo complessivamente a 359 casi positivi, 116 ricoverati, 39 negativizzati. 16 decessi. La situazione nel centro sud è stazionaria. Fondi si conferma ancora zona ad alto rischio di contagio. Formia al Dono Svizzero non incrementa pazienti, restano i ricoverati in Medicina d’Urgenza in condizioni cliniche buone. Il Reparto di Malattie Infettive di Gaeta ospita pazienti convalescenti in buone condizioni cliniche.

CI SIAMO: STIAMO LASCIANDO IL VIRUS SENZA VIVERI (NOI) – MORIRA’ DI “FAME” E POI DOMANI SARA’ UN ALTRO GIORNO – 6 APRILE 2020 DELL’ERA VIRALE

La curva piega decisamente al basso: contagiati e ricoverati diminuiscono, anche i decessi sebbene in percentuale minore ma sono eventi da ricondurre alle condizioni dei malati ad una decina di giorni fa. Le misure di contenimento sono risultate efficaci e provvidenziali. Molti amici chiedono di conoscere i rimedi contro il virus e indicazioni come e quando riprendere a vivere fuori casa. A questo sta lavorando il Governo con il supporto del Comitato Tecnico Scientifico e perciò non lo trattiamo questa sera. Ricordiamo la sintomatologia per riconoscere l’infezione da corona virus: febbre alta (88%), tosse secca (68%), spossatezza (38%), muco quando si tossisce (33%), affanno (18% ma è un sintomo grave di insufficienza respiartoria), gola infiammata (14%), mal di testa (14%), dolori muscolari e articolari (14%), raffreddore (11%). Meno frequenti nausea e vomito (5%), naso chiuso (5%), e diarrea (4%). Nell’81% delle persone si presenta con sintomi di lieve entità, nel 14% delle persone con sintomatologia grave; nel 5% dei casi in condizioni considerate critiche. Il tasso di letalità (ovvero la percentuale di morti sul totale degli ammalati) stimato su tutta la popolazione si aggira intorno al 3%. Questa probabilità varia, però, con l’età.

Ciò detto passiamo ai farmaci con cui il mondo intero sta cercando rimedio contro il Covid-19. Tra i farmaci utilizzati nei sintomatici lievi in isolamento c’è la Clorochina/Idroclorochina. E’ un antimalarico utilizzato anche nell’artrite reumatoide. Remdesivir, Interferone 2, Lopinavir + Ritonavir (nome commerciale Kaletra), Favipirapir (Avigan è un antinfluenzale prodotto in Giappone e testato in Cina). In Australia hanno somministrato anche un farmaco antiparassitario, l’Invermectina (in Italia Stromectol). Stanno testando anche farmaci antidiabetici come il Sitagliptin. Questi nella fase subacuta. Ci sono poi nella fase acuta i trattamenti per i pazienti ricoverati con seri problemi respiratori: Tolicizumab (utilizzato in Cina e testato al Cotugno di Napoli dal Prof. Paolo Ascierto) ed Eparina. L’ASL di Latina sta fornendo ai positivi (sintomatici e non) l’Idrossiclorochina,mentre agli acuti
ricoverati vengono somministrati Tolicizumab ed Eparina.
Al Policlinico di Pavia stanno sperimentando con successo il plasma (ricco di anticorpi anti corona) di pazienti guariti. L’OMS prevede che il vaccino possa essere disponibile per gennaio/febbraio 2021. Gaetano Quercia chiedeva notizie sul “cerotto” messo a punto a Pittsburgh da un gruppo guidato dal ricercatore italiano Andrea Gambotto.

Lo studio è stato pubblicato su di una rivista scientifica riportata da “The Lancet” (Prestigiosa pubblicazione inglese di scienza medica) . Si tratta di un modello di vaccinazione sperimentale che consiste in piccoli aghi adesi ad un cerotto. Gli aghi inoculano una parte proteica del virus sotto cute e in un paio di settimane l’organismo produce anticorpi. Sui vaccini torneremo domani così come per i test immunoenzimatici. I dati sull’epidemia: nella giornata del 6 aprile l’incremento giornaliero dei casi totali segna +2,8% (+3,4% ieri). I contagiati sono arrivati a quota 132.547 con 93.187 infezioni in corso, 22.837 guarigioni e 16.523 deceduti. Continua il calo del numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva (3.898 contro i 3.977 di ieri). Anche i numeri della Lombardia segnano una nuovo rallentamento della curva epidemica (+2,1% contro il +2,7% del 5 aprile). I contagi totali sono arrivati a quota 51.534 con 1.079 nuove infezioni (1.337 ieri). Per quanto riguarda il Lazio abbiamo 151 casi di positività e pertanto si conferma il rallentamento del trend al 3,9% compresa la città di Roma.

I dati nella provincia di Latina indicano: 14 nuovi casi, di cui 12 trattati a domicilio. Sono così distribuiti: Aprilia (4), Latina (3), Fondi (2), Itri (2), Cisterna (2),Formia (1). Purtroppo un paziente, residente a Fondi, è deceduto presso il Reparto di Medicina dell’Ospedale Goretti di Latina. 1.858 persone sono in isolamento domiciliare mentre 3.832 hanno terminato il periodo di isolamento. I ricoverati presso l’Ospedale “Dono Svizzero”, Malattie Infettive di Gaeta, e tutti coloro che sono in isolamento domiciliare (anche nei Comuni vicini del Golfo) sono in buone condizioni cliniche. E’ d’obbligo rispettare tutte le misure di contenimento disposte dal Governo che restano presidi indispensabili per spezzare l’epidemia. Boris Johnson è finito in terapia intensiva, gli auguriamo di riprendersi e star bene, non solo per la “pietas” e il rispetto dovuto ai malati ma perché, dopo questa terribile esperienza, lo vogliamo con noi a lottare contro il virus, contro i cambiamenti climatici e pure contro la “brexit”.

STRADA FACENDO COMINCIAMO A CONOSCERE MEGLIO COVID-19 E TROVIAMO RIMEDI – 8 APRILE 20

Nella provincia di Latina il protocollo previsto dalla ASL in materia di contrasto al Corona virus è stato ed è efficace. Né il Goretti e né il Dono Svizzero sono mai andati in affanno. Frutto anche della strategia che strada facendo ci ha suggerito il comportamento del virus. Innanzitutto la rapidità dell’identificazione del contagio attraverso il riconoscimento dei sintomi. Prima si interviene e meglio è. Il paziente per quanto possibile bisogna trattarlo prima che si aggravi e finisca in ospedale. Quando arriva la polmonite è già in una condizione di alto rischio. Identificare la persona affetta da corona virus prima che abbia avuto il tempo di andare in giro e diffondere il virus è strategico. Una volta identificato un caso positivo asintomatico o lievemente sintomatico, lo si può tenere in isolamento domiciliare e seguirlo a distanza. L’evoluzione della malattia può essere seguita attraverso un app scaricata sul telefonino ed un minimo di attrezzatura del tipo ossimetro, termometro. La terapia è a base di Idrossiclorochina.

L’ASL Latina è tra le prime aziende sanitarie in Italia che sta utilizzando questo protocollo. Le Università, i Policlinici, gli Istituti di ricerca di tutto il mondo stanno lavorando alacremente per mettere a punto il vaccino. Ci vorrà un po’ di tempo perché oltre all’efficacia contro il virus, il vaccino deve essere sicuro, non deve produrre alcun danno all’organismo umano. Il virus è stato isolato in tempi brevissimi, tipizzato allo Spallanzani e nell’area più colpita della Lombardia. Non ha presentato mutazioni e questo è un grosso vantaggio. Le previsioni per avere un vaccino si allungano ai primi mesi del 2021 ma potrebbero esserci delle sorprese. L’istituto di ricerca israeliano “Galilee Reasearch Istitute” sta lavorando alacremente alla ricerca di un vaccino contro il Covid-19 partendo da un vaccino già disponibile per un altro tipo di coronavirus che infetta il pollame. La ricerca si basa sul meccanismo di infezione di entrambi i virus che sembrerebbe lo stesso e ciò potrebbe consentire uno sviluppo più veloce del vaccino. Questo vaccino verrebbe assunto per via orale come i famosi zuccherini che veicolavano il vaccino “Sabin” contro la poliomelite.

Possiamo ben dire che da quando è iniziata l’epidemia in Cina, divenuta poi pandemia perché estesa al mondo intero, sono stati fatti notevoli progressi nella diagnosi e nella cura. In Italia, a Pavia, è stato trasfuso plasma di persone guarite da corona virus in pazienti ad alta criticità. Tutti hanno superato la fase critica e sono guariti. Il protocollo scaturisce da uno studio pilota condotto in Cina su 10 pazienti gravi di età compresa tra i 34 ed i 78 anni. Idrossiclorochina nei pazienti con sintomi lievi e Tocilizumab in quelli affetti da polmonite, stanno producendo ottimi risultati. La curva sta rispondendo alle misure di distanziamento sociale. Ci si avvia alla seconda fase nella quale dovremo fare molta attenzione che non ci siano ritorni di fiamma e cioè nuovi contagi potenzialmente in grado di riaccendere focolai epidemici. Bisognerà effettuare una mappatura che distingua chi ha ospitato il virus e chi no, tra chi ha fatto anticorpi e chi non li ha. Si dovrà conoscere quanto dura l’immunizzazione di chi ha contratto la malattia. L’impiego di esami immunoenzimatici sarà indispensabile per questa campionatura.

Questa campagna sarà indispensabile per ricominciare a lavorare nelle fabbriche, nelle scuole, negli uffici, nelle attività di ristorazione ed alberghiera. Vedremo i protocolli che varerà il governo con il supporto del Comitato Tecnico Scientifico. Oltre 90 medici e trenta infermieri costituiscono il prezzo pagato dagli operatori sanitari medici e non. Definirli ora eroi o martiri non rende la grandezza di ciò che hanno fatto per tutta la comunità nazionale. E vale anche per chi non ci ha rimesso le penne ma ha dovuto lavorare spesso con scarse protezioni, con turni di lavoro massacranti, sotto la spada di damocle della potenziale infezione. Qualcuno s’è messo sotto vento, ha marcato malattia, si è ritratto dal fronte ma la stragrande maggioranza ha tenuto alta l’etica professionale e il lavoro del medico (e dell’infermiere) che una volta veniva definito un vera missione. Finalmente i dati del 7 aprile indicano un deciso calo dei contagi nuovi, al di sotto dei mille giornalieri ma purtroppo il numero dei decessi raggiunge i 17.127.

Nella sola città di Roma oggi i nuovi positivi registrati sono 26 (77 nell’intera provincia) con 4 morti, mentre a livello regionale il Lazio conta ad oggi 118 infetti da coronavirus in più rispetto a ieri. Nella provincia di Latina abbiamo 5 nuovi casi così distribuiti: Latina (1), Terracina (1), Cori (1), Aprilia (1), Fondi (1). I casi positivi complessivi dall’inizio dell’epidemia sono 378. I pazienti ricoverati sono 121, i negativizzati 40, i deceduti 17. I pazienti ricoverati presso la Terapia Intensiva del Goretti sono sei. 1.804 sono le persone in isolamento domiciliare. 4.016 hanno terminato il periodo di isolamento. Nessun nuovo ricovero presso il “Dono Svizzero”, i pazienti in “Medicina d’Urgenza” sono gli stessi in buone condizioni cliniche. Nella Rianimazione di Formia: nessun ricoverato. A Pasqua e Pasquetta si resta a casa senza se e senza ma!

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