IN SEI SI DIMETTONO DA SENATORI
Dopo l’espulsione dei quattro senatori dissidenti Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista, decretata ieri, oggi sei senatori hanno presentato la lettera di dimissioni al presidente Pietro Grasso: l’unico nome tra gli espulsi è quello di Orellana, a lui si sono aggiunti i colleghi Maria Mussini, Maurizio Romani, Monica Casaletto, Alessandra Bencini, Laura Bignami. Sulle dimissioni dovrà esprimersi comunque l’assemblea del Senato, che di prassi al primo voto le respinge. Toccherà ora alla conferenza dei capigruppo calendarizzare la discussione.
DUE DEFEZIONI ALLA CAMERA
E il caos di Palazzo Madama si è esteso anche alla Camera. Come aveva già annunciato ieri, il deputato Alessio Tacconi ha lasciato il gruppo M5S per passare al Misto.
tweet tacconi m5sLo ha comunicato al suo ormai ex capogruppo Federico D’Incà con una lettera nella quale gli conferma la sua decisione di lasciare il gruppo da oggi. Nella lettera inviata a D’Incà, che Tacconi ha postato sul suo profilo Twitter, il deputato che era stato una delle voci critiche interne al Movimento e che oggi lascia per protesta contro le espulsioni dei 4 senatori dissidenti, attacca Luigi Di Maio che ieri su Facebook aveva insinuato che la decisione di lasciare il M5S fosse legata al fatto che D’Incà gli avesse chiesto conto di 7mila euro «di spese “varie” non rendicontati e mai restituiti». Una versioen che Tacconi nega e che chiede a D’Incà di smentire.
tweet catalano m5sOltre a Tacconi, poi, ha deciso di lasciare il gruppo grillino alla Camera anche Ivan Catalano che a sua volta si iscriverà al Misto. Catalano ieri su Facebook aveva espresso la sua contrarietà all’espulsione dei 4 senatori dissidenti e in precedenza aveva votato no al procedimento.
I due troveranno nel Gruppo Misto altri 3 deputati ex 5 stelle che nei mesi scorsi avevano abbandonato il gruppo pentastellato: Vincenza Labriola, Alessandro Furnari e Adriano Zaccagnini.
LE OFFESE DI DI MAIO E DI BATTISTA: «PARASSITI»
«Finalmente, zavorra che va via, persone che da questo momento diventeranno parassiti, dovrebbero dimettersi, non cambiare gruppo!», commentano 8 deputati M5S, tra i quali Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Chi si sente «a disagio», sostengono, «colga il momento, segua l’esempio di questi individui»
LE ACCUSE DELLA LOMBARDI: LO FANNO PER SOLDI
«Mentre scrivevo questo post, i miei ormai ex colleghi Ivan Catalano e Alessio Tacconi hanno deciso ufficialmente di passare al gruppo misto. Per loro il post sopra non va bene, non è mai stata una questione di principio. Per loro è stata fin dall’inizio una questione di soldi ed ora finalmente potranno tenerseli senza discutere con noi altri». Lo scrive su facebook Roberta Lombardi, deputato 5 stelle.
PIZZAROTTI SI SMARCA: NON HO CAPITO ESPULSIONI
L’espulsione di quattro senatori dal Movimento 5 Stelle non è piaciuta a Federico Pizzarotti, sindaco di Parma.
«Ieri è stata una giornata che mi ha lasciato con l’amaro in bocca, e sapendo che i problemi degli italiani sono altri, perdere tempo in spaccature e dissidi interni ci indebolisce e delude tante persone che ci sono vicine», ha scritto su Facebook.
«Ho aspettato il termine delle votazioni – aggiunge- per dare un giudizio sulla vicenda delle espulsioni. Lo farò con tutta la disponibilità alla comprensione di cui sono capace. Quando da sindaco devo affrontare un problema, e ai miei concittadini devo spiegare come risolverlo, ho bisogno che capiscano cosa si deve fare e come: più chiara è la questione, più facile sarà comprendere il perché di qualsiasi mia azione».
«Allora lo dico con estrema buona fede ai nostri deputati e senatori – spiegai – dateci elementi sulle colpe dei quattro senatori espulsi; convincetemi su quest`azione così forte e che non concede appello, perché io non l`ho capita. Non ho capito che cosa è stato commesso, e se ciò che è stato commesso riguarda la violazione precisa del vostro regolamento. Ho verificato le restituzioni, e sono allineate con quelle degli altri senatori. Ho controllato l’attività di questi senatori su OpenParlamento, e oltre ad essere superiore alla maggioranza dei rappresentanti degli altri partiti, sono in linea con l’attività dei nostri altri rappresentanti. È stata citata la sfiducia dei territori, ma senza documentare quali sono state le modalità delle deliberazioni, le motivazioni e i votanti».
L’Unità
27 Febbraio 2014
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