Ferri sempre più corti fra Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto. “Una settimana, due al massimo e poi Fitto e i suoi devono decidere: o dentro o fuori”, è l’ultimatum che il leader di Forza Italia lancia all’opposizione interna. Che, a stretto giro, replica all’ex premier: “La domanda nasce spontanea, dopo l’ipotesi di una nostra “cacciata” (in 15 giorni, apprendo dalle agenzie…). Perché? Perché facciamo opposizione? Perché abbiamo avuto ragione sulle riforme, e, purtroppo, su tutto il resto?”, si chiede l’ex governatore pugliese.
La giornata è stata scandita dalle dichiarazioni dell’ex Cavaliere che, incontrando i parlamentari azzurri a Montecitorio, ha fatto Mea culpa sul Patto del Nazareno – pur precisando che a tradirlo è stato il Pd – pur precisando di non avere nessuna intenzione di farsi da parte. Anzi, il presidente di Fi ha ribadito la volontà di “tornare pienamente in campo”.
Poco dopo l’affondo contro l’opposizione interna: “Se Fitto se ne va e fa un suo partito arriva al massimo all’1,3%. Mentre Ncd è fermo all’1,6%”, ha attaccato Berlusconi, forse in risposta all’assenza dei parlamentari fittiani che hanno volutamente disertato l’incontro con l’ex premier.
L’ex Cavaliere ha anche affrontato il nodo del patto del Nazareno. “La linea politica seguita fin qui era la mia linea politica. Se c’è una responsabilità è mia perché io ci avevo creduto e sperato fino in fondo…”, è stata la sua iniziale assunzione di responsabilità davanti ai parlamentari azzurri. Detto questo, ha aggiunto l’ex Cavaliere, “non siamo stati noi a rompere il patto del Nazareno ma è stato il Pd. Perciò da oggi cambia tutto e faremo opposizione a 360 gradi”. Ad ogni modo, ha rimarcato, “dal 9 marzo sarò di nuovo pienamente in campo, sono sicuro che sarete con me”.
Berlusconi ha comunque invitato il partito all’unità. “Oggi – è stato il suo appello, secondo la ricostruzione fatta dai presenti visto che la riunione era a porte chiuse – si apre una fase nuova a cui tutti devono partecipare”.
L’ex Cavaliere si è poi soffermato sui rapporti con il Carroccio di Matteo Salvini con il quale il leader di Fi ha ripreso il filo del dialogo. “Anche se siamo amici, dalla Lega non accettiamo nessun diktat sui nomi dei candidati e sui nostri alleati”, ha messo i puntini sulle ‘i’ l’ex premier. “Per le prossime alleanze – ha aggiunto – non consegneremo le chiavi del centrodestra a Salvini anche se la Lega è un importante alleato e spero possa esserlo anche per il futuro”.
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