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Nella partita a scacchi tra l’Occidente e la Russia, in un continuo revival da Guerra fredda, la Nato misura i toni ma avverte Mosca: “restiamo vigili, l’Alleanza è forte”. Il sorvolo non autorizzato dello spazio aereo europeo da parte di quasi una trentina di aerei militari russi tra martedì e mercoledì non ha per ora provocato allarmismi: dall’Ue alla Germania le reazioni sono rimaste moderate. Oltre 26 aerei da guerra russi, fa sapere la Nato, hanno volato nelle ultime 48 ore su Mar Baltico, Mar Nero, Mare del Nord e Oceano Atlantico, con “potenziali rischi per l’aviazione civile perché non hanno piani di volo e non usano trasponder, quindi il controllo aereo civile non può vederli né assicurare che non interferiscano con i voli civili”. Manovre che però non interessano lo spazio aereo italiano, precisa l’Enav. L’incursione russa nei cieli europei è iniziata “alle tre del mattino di oggi”, riferisce la Nato, senza precisare se tuttavia i velivoli siano ancora in volo o meno. “La Nato ha rilevato e monitorato quattro gruppi di aerei militari russi”, si legge nel comunicato, “mentre conducevano manovre militari significative nello spazio aereo europeo”. Un primo gruppo, composto da due bombardieri e due caccia, è stato intercettato oggi dagli aerei turchi sul Mar Nero e “alle 4 del pomeriggio erano ancora in volo”. Un altro gruppo più consistente, di almeno sette velivoli, è invece stato intercettato dai caccia portoghesi sul Mar Baltico “e ha poi fatto rientro in Russia”. Otto caccia sono stati invece intercettati da F-16 dell’aviazione norvegese mentre volavano in formazione sul Mare del Nord/Oceano Atlantico, e sono stati identificati. Si tratta di quattro ‘Tu-95 Bear H’, bombardieri strategici, e quattro ‘Il-78’, aerei cisterna. La formazione volava dalla Russia sopra il mare di Norvegia in spazio internazionale. Sei dei velivoli russi sono tornati indietro rientrando verso la Russia, mentre due hanno proseguito a Sud-Ovest paralleli alla costa norvegese.
Il bomber e gli aerei cisterna, precisa la Nato, non avevano piani di volo e non hanno mantenuto contatto con il controllo dell’aviazione civile perché non usavano transponder. “Questo pone rischi all’aviazione civile perché il controllo aereo non riesce a monitorarli”.
E ancora, “molteplici aerei sono stati intercettati sul Mar Baltico, il 29 ottobre, tra cui due MiG-31, due Su-34, un Su-27 e due Su-24. F-16 portoghesi assegnati alla missione di pattugliamento del Baltico, sono stati fatti decollare in urgenza e gli aerei russi sono tornati nel loro spazio aereo”.
Altri sette sono stati intercettati il 28 ottobre, alle 2.30 del pomeriggio, sullo spazio aereo internazionale del baltico.
Mentre volavano sul Golfo di Finlandia sono stati individuati dai Typhoon tedeschi ma hanno proseguito, successivamente sono stati intercettati dai caccia danesi, finlandesi e svedesi (questi ultimi due non membri Nato), per poi continuare fino a Kaliningrad, in territorio russo. A differenza degli altri caccia russi, questi avevano segnalato il piano di volo alle autorità di traffico aereo e usavano trasponder ma non hanno mantenuto il contatto con le autorità di controllo.
Dall’inizio del 2014, con l’aumentare delle tensioni in Ucraina, la Nato ha registrato un incremento delle attività dell’aviazione russa: l’Alleanza fa sapere che oltre cento velivoli russi sono stati intercettati dall’inizio del 2014 nei cieli europei, circa tre volte il numero del 2013.
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