Ormai è un fatto assodato: di acqua ce n’è poca ma ne buttiamo tanta, troppa, nel sottosuolo. La fatiscenza della rete produce una perdita del 68% dell’acqua pompata. La media nazionale è al 34 %. Nel 1998, la via Vitruvio fu chiusa per posizionare due condotte (fognatura e condotta idrica). Quei lavori durarono mesi, misero a dura prova la sopravvivenza di molte attività commerciali. Tutti però si resero conto di quanto fossero importanti quei lavori ma tutti non immaginavano che la condotta idrica non sarebbe mai entrata in funzione. La condotta di Via Vitruvio doveva sostituire quella di Via Lavanga, già all’epoca completamente rovinata. Sono passati 20 anni, la nuova condotta giace sotto la strada, senza essere usata e ormai non più utilizzabile. Bisognerebbe chiederne conto ad Acqualatina, così come tutta una serie di lavori pregressi che le furono consegnati all’atto della sua nascita e ai quali non è stato dato seguito.
Ora vogliono mettere dei dissalatori in prossimità del molo di sopraflutto del porto di Formia. Per ogni cento metri cubi di acqua di mare dissalata, finiranno in mare duemila chilogrammi di sale ed altri additivi utilizzati per la manutenzione delle membrane filtranti. Per ogni cento litri di acqua prodotta e pompata in rete 68 finiranno nel sottosuolo. Nel frattempo a Gaeta annunciano, con una certa pomposità, che stanno realizzando un deposito strategico per un’eventuale aggravamento della crisi. In sostanza stanno concentrando in un posto migliaia di bottiglie di plastica (plastica? con il caldo che sta facendo?). In prossimità dei XXV ponti, Acqualatina sta procedendo all’emungimento di una nuova falda (riscontrata durante la progettazione della Pedemontana), di cui però non si conosce la reale portata. Anche quì si dicono numeri in libertà: 40 o 60 oppure 70 litri al secondo. Anche quest’altra opzione, se fosse stata realizzata con un pò di anticipo e lungimiranza, avrebbe sicuramente portato benefici. L’avvio dei lavori è stato chiesto ed ottenuto pochi giorni fa.
Tutto fa pensare che questa situazione andrà ad acuirsi per l’ulteriore abbassamento della falda. Ce n’è abbastanza per arrivare a Settembre Ottobre all’anno zero, di una crisi senza precedenti per le città del golfo. Ce n’è a sufficienza per rendersi conto che le prossime amministrazioni dovranno dare continuità alla battaglia per ottenere il rinnovo delle reti idriche e l’adeguamento dei depuratori. Se non saranno affrontati e risolti i problemi strutturali di questo comprensorio (approvvigionamento idrico e ciclo delle acque, viabilità ed impianti portuali, nuovo ospedale, ecc.), tanti buoni propositi sul turismo, i commerci e tutte le altre attività del golfo, e la qualità della vita degli stessi residenti, andranno a farsi benedire. Non abbiamo più tempo per ignorare la sfida, non c’è più tempo per indugiare a non affrontarla e a non vincerla. FC
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