Hanno preso a pretesto un articolo dello Statuto che fa riferimento a ripetuti comportamenti lesivi dell’immagine del partito per spazzar via congresso, segretario e direttivo eletti due mesi fa. Quali sarebbero stati questi comportamenti ripetuti e lesivi? In realtà sottoaccusa è la sfiducia del Sindaco di Priverno da parte di quattro dei sette consiglieri comunali del PD.
In breve i fatti: il Sindaco Angelo De Logu, col proposito di superare alcune controversie con la sua maggioranza, prepara delle nuove linee programmatiche da sottoporre in Consiglio. Può contare sul sostegno di tre soli Consiglieri del Partito Democratico e così cerca l’appoggio di un consigliere dell’opposizione che poi, alla verifica, non c’è. Hanno torto i Consiglieri che hanno sfiduciato il Sindaco? Sicuramente si. Ed il Sindaco che scherza col fuoco, che fa giochetti con l’opposizione a scapito della sua maggioranza lo facciamo martire? Al massimo possiamo definirlo ingenuo.
Chi ha tenuto le fila di questi walzer “priverniesi”? I capicorrente provinciali sapevano oppure erano loro stessi gli inciarmatori di questo disastro?
Conoscendo la statura politica dei capi e tenuto conto che in quella partita non c’era alcuno della cosiddetta minoranza (Cuperlo o Bersani), la vicenda non poteva finire che in quel modo. Dunque a Priverno hanno covato una sorta di roulette russa, con un sol colpo in canna, che nessuno è riuscito o ha voluto fermare. Ora se la prendono col Segretario ed il circolo di Priverno!
Ieri sera, in direzione provinciale, il Segretario di Priverno Giuseppe Ronci ha sottolineato come avesse più volte richiesto una riunione col Segretario di Federazione. Infine la riunione c’è stata ma a frittata fatta. L’intervento più deciso lo ha fatto il Consigliere Enrico Forte il quale, qualche mese fa promosse un pubblico convegno dal titolo “Il PD che vorrei”, segno che quello che c’è non gli va bene. Infatti ha illustrato una lunga nota di problemi e difficoltà ma poi s’è allineato su una proposta di mediazione che si sostanzia con il commissariamento del PD di Priverno ed una sua sostanziale subalternità ad una decisione già presa.
E’ intervenuto infine Claudio Moscardelli, Senatore dal pensiero debole, che immediatamente ha attaccato la minoranza accusandola di tenere il partito in una sorta di congresso permanente. Guardandosi bene da entrare nel merito ha fatto un discorso senza argomenti apparendo nervoso e, a tratti, anche minaccioso tanto da subire ripetute contestazioni. Così cala il sipario con il solito voto muscolare di una muscolatura ormai sempre più sfibrata. FC
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