BASSA PERCEZIONE DI RISCHIO MA LA TECNOLOGIA PER I TEST MOLECOLARI CORRE 31 MARZO 2020

Ammetto di aver di aver avuto una bassa percezione del rischio. Il Corona è un virus che si trasmette come il virus dell’influenza stagionale. Pensavo che fosse sufficiente non farsi starnutire in faccia e lavarsi le mani tre o quattro volte al dì, ogni qualvolta si mangia o dopo che si rientra a casa. Il Corona pare comportarsi nella trasmissione come il virus dell’influenza stagionale ma ha un’alta capacità di contagio. Contro di esso non abbiamo anticorpi e se colpisce persone anziane affette da qualche patologia cronica tipo cardiopatia o diabete, allora aumenta la letalità. Quando seppi che il farmacista di Ventotene vendeva i farmaci da una finestra accampando l’ipotesi che vi fossero quattro persone affette dal corona restai incredulo e sconcertato. Ora fu un po’ esagerata quella vicenda perché a Ventotene del virus arrivò solo il nome che passando di bocca in bocca aveva reso schizzata tre quarti della popolazione. Il mio primo post lo intitolai così: un virus fesso che noi facciamo diventare leone. Lo avevano cominciato a studiare e lo avevano trovato debole, capace di dissolversi con temperature attorno ai 40 gradi mentre il freddo, anche qualche grado sotto lo zero, non lo eliminava. Insomma il sole lo inattiva ma il freddo lo ringalluzzisce.

Sono aspetti che hanno definito durante la fase preliminare dell’epidemia. Il virus è attivo fintanto che sta dentro una persona, fuori è kappaò. Se le persone stanno lontane s’interrompe la catena della trasmissione virale. Pensate alla fuga dalla Lombardia, sui treni presi d’assalto e persone ammucchiate negli scompartimenti e lungo i corridoi del treno. Pensate alle allegre brigate degli sciatori che allo skilift si sono respirati e starnutiti addosso, l’un l’altro. E i giovani nei pub e nelle movide quando già si raccomandava di evitare gli assembramenti. E malgrado ammende pesanti e addirittura la riscoperta del reato di epidemia colposa, c’è ancora qualcuno che si fa pizzicare per strada essendo pure positivo ed oltretutto obbligato alla quarantena. Ecco, queste persone sono potenti alleati di un virus che diventa un leone. C’è un’altra potente categoria che è amica del virus: tutti coloro che bofonchiano, strepitano, ridicolizzano i provvedimenti del governo e contestano il Borrelli inneggiando a Bertolaso. Per non parlare di quelli che scambiano la tragedia che viviamo in un set cinematografico in cui si ritagliano naturalmente il ruolo di eroi. E’ l’aspetto più sconcertante di un paese che però trova settemila medici volontari e altrettanti infermieri che vanno a dare una mano con loro rischio e pericolo.

Le misure di isolamento stanno dando frutto. La curva dei contagi rallenta. Le misure che da epoca antica, si adottano durante le epidemie hanno funzionato. Ora si passa ad una fase nuova: alla gestione del rientro, a come si comincerà a mettere il naso fuori di casa, a come far ripartire il paese ma attivando immediatamente un reddito di esistenza per persone ed imprese. Continua anche e più di prima la campagna di prevenzione poiché si tratta di ricominciare a vivere evitando ritorni di fiamma del virus. Secondo uno studio dell’Imperial College di Londra, in Italia vi sarebbero 5, 9 milioni di persone infettate dal virus. Secondo il report le misure di isolamento sociale “nonostante la crescente pressione sul sistema sanitario, hanno evitato una catastrofe sanitaria in cui il numero di nuovi decessi sarebbe stato 3,7 volte superiore rispetto a quanto attualmente osservato” e cioè 38 mila decessi. La Bosch, la Abbott ed il Gruppo Diasorin (quest’ultima ha testato il procedimento con lo Spallanzani e il Policlinico San Matteo di Pavia) hanno messo a punto un esame per la ricerca del virus su tampone con una risposta abbastanza sicura nel giro di un’ora. Il test si fa con un piccolo apparecchio che può essere trasportato ovunque. La Bosch lancerà il kit col nome di “Vivalytic” nel mese di aprile. La Abbott ha ottenuto il via libera dalla FDA americana per fornire 50 mila kit al giorno. Il Kit si chiama Id Now Co-19 e fornirebbe la risposta addirittura in pochi minuti. Se è un test che riscontra il virus su tampone è una bomba.

I dati ci dicono che c’è un rallentamento dell’incremento dei contagi giorno su giorno: + 3,9 contro il 4,1 di ieri. In Lombardia rallenta la crescita della curva epidemica dei casi totali dal 7% del 27 marzo a + 2,4 del 31 marzo. Il Lazio registra una curva stabile, l’incremento dei casi positivi diminuisce in percentuale ma occorre ancora attendere qualche giorno per vedere un sensibile rallentamento della curva. Nella Provincia di Latina ci sono solo due casi in più di positivi + 183 (+1 a Fondi e +1 a Formia ma trattati al proprio domicilio. I ricoverati sono 116, i negativizzati 21, i decessi 13 (dati complessivi dall’inizio dell’epidemia). Nella Medicina d’Urgenza di Formia ci sono 5 pazienti, gli stessi di ieri. In tre pazienti secondo i commenti ed i pareri dei medici, il Tocilizumab (farmaco anti artrite reumatoide) ha funzionato alla grande.


CHI LA DURA LA VINCE – NON SPRECHIAMO IL GIA’ FATTO
1 APRILE 2020

Arriva la proroga fino al 13 aprile delle misure per il contenimento del contagio epidemiologico da Covid-19. Il provvedimento era nell’aria. Bisogna star chiusi ancora una quindicina di giorni. Nuova zuffa sulla storia della deroga per un adulto con bambino che possa fare un giro sotto casa mantenendo il distanziamento. E’ innegabile che stiamo attraversando un momento drammaticissimo ma è pur vero che non piovono bombe, che ci chiedono di restare in casa e fare un pò di sacrifici in più. E allora facciamo un ultimo sforzo con la consapevolezza che l’epidemia si sta fermando. Ieri parlavo di bassa percezione del rischio all’inizio della vicenda (e lo dicevo anche per il sottoscritto). In fondo l’epidemia era iniziata in Cina, anche la SARS era nata lì ma non ci aveva neanche sfiorato. Ed era finita rapidamente. Poi la diffusione del coronavirus si era mimetizzata in quella del virus influenzale stagionale.

Bene se noi abbiamo qualche alibi per l’impreparazione, gli altri paesi europei e gli Stati Uniti hanno messo una bella fetta di prosciutto sugli occhi. Boris Johnson ne è stato protagonista esemplare. Sulla prestigiosa rivista medica “The Lancet” che titola “Un ritardo scandaloso, abbiamo perso tempo in maniera criminale” Richard Norton, il Direttore, è durissimo: “Non dovremmo essere nella posizione in cui siamo adesso. L’ultima settimana di gennaio sapevamo quello che sarebbe avvenuto. Abbiamo sprecato febbraio quando avremmo potuto agire. Tempo in cui avremmo potuto moltiplicare i test (del contagio, ndr). Tempo in cui avremmo potuto procurarci materiale protettivo. Non l’abbiamo fatto”. E ancora aggiunge: “E’ il caos… Non ci sentiamo protetti… È una carneficina completa… È una crisi umanitaria”.Eppure gli Inglesi hanno visto cosa stava accadendo in Italia. Non sono stati da meno negli Stati Uniti. L’amico Franco Simeone (me lo ha riferito il fratello Maurizio) Professore Associato all’Università Tulane di New Orleans ha dovuto procurarsi i materiali per assistere pazienti affetti da coronavirus con una sorta di fai da te, acquistando delle tute da imbianchino. In occasione del Mardi Gras, durante la settimana di Carnevale, a New Orleans è arrivato un milione di persone. E ancora oggi Franco Simeone resta stupito per come i residenti di New Orleans continuino a sottovalutare l’epidemia.

Di fronte a questo disastro nessuno potrà far da solo. Oramai la gran parte dei ricercatori è concorde sul fatto che “siamo obbligati a cooperare, la tempesta che non ci aspettavamo ci sta facendo capire che i confini tra paesi e tra contesti geografici e culturali differenti sono estremamente labili e che ogni sforzo sarà vano se non verrà concordato tra tutti nel mondo. Gli egoismi e le chiusure sono deleteri da questo punto di vista e vanno rimossi. Lo scambio e la collaborazione su tutti i terreni, quello della ricerca scientifica, quello della prevenzione e dell’azione terapeutica, quello sociale ed economico, diventano essenziali per la sopravvivenza, e si richiede una strategia politica globale di fronte a sfide sanitarie, climatiche, ambientali e sociali che sono ormai globali a tutti gli effetti”. La curva dei contagi sta segnando il passo ma è la premessa che attendavamo per vedere la parabola discendente dell’epidemia. Ci sono ancora decessi i cui ricoveri sono avvenuti tra i dieci e i quindici giorni precedenti. L’incremento dei ricoverati nelle terapie intensive si è fermato. Anche in Regione Lazio la crescita è contenuta ma si sposta l’attenzione sulle case di riposo. Proprio oggi sono stati individuati 11 contagi in una residenza socio assistenziale di Aprilia.

L’Assessore Alessio D’Amato ha preannunciato una campagna di test sierologici sull’intera popolazione regionale. Nella Provincia di Latina ci sono stati 15 casi positivi in più così distribuiti: 2 + 11 (RSA) ad Aprilia, 1 a Fondi, 1 a Minturno. Dunque arriviamo a complessivi 298 di cui 110 ricoverati, 19 negativizzati, 13 deceduti. I pazienti sono così distribuiti: 13 allo Spallanzani, 5 in Terapia Intensiva del Goretti, 18 in Malattie Infettive, 58 in altre unità operative del Goretti, 5 in Medicina d’Urgenza del “Dono Svizzero”, 12 in Malattie Infettive di Gaeta. Le condizioni cliniche sono buone, a Gaeta restano positivi in convalescenza e pazienti in via di dimissioni. Il Reparto di Rianimazione non ha pazienti Covid-19 ricoverati. Le persone in isolamento sono 1.094, mentre 3.091 hanno terminato l’isolamento. Nel frattempo sono stati resi operativi altri 8 posti letto di Terapia Intensiva presso l’ospedale Goretti di Latina. Mi sembra che si possa dire che stiamo scapolando la montagna ma sempre restando in quarantena. Leggo i commenti, li apprezzo, anche i semplici “mi piace” e i saluti, e perciò ringrazio tutti.

QUARANTENA FINO AL 14 DI APRILE MA CON UN POCO DI PASTIERA ANCHE QUESTA PILLOLA ANDRA’ GIU’
2 APRILE 2020

E ti pareva che sul prosieguo della quarantena e la storia dell’ora d’aria per i bambini, il Bel Paese non cominciasse ad ondeggiare come la curva allo stadio. Veneto e Campania, in primis, ma un po’ tutti ricominciano ad andare in ordine sparso. Eppure la fase, che si aprirà dopo che la curva comincerà a scendere, sarà altrettanto difficile e bisognerà affrontarla col massimo dell’unità d’intenti. Dovremo ricominciare ad uscire di casa e bisognerà vedere con quali criteri per non rischiare una ripresa del contagio. Dovremo continuare a “screenare” le persone per sapere chi ha ospitato il virus e chi no. Dovremmo iniziare a pianificare una vaccinazione di massa (con buona pace dei Novacs) allorquando sarà disponibile il vaccino e sapere se va fatto anche a coloro che hanno contratto la malattia pochi mesi prima.

Come si fa a non lasciarsi guidare dai nostri studiosi che supportano le decisioni governative? Stiamo assaggiando per la prima volta il Coronavirus e prima di noi lo hanno conosciuto solo i cinesi e i sudcoreani. Certo, poi continua l’elenco di tutti gli altri paesi. E bisognerà capire a conti fatti perché in Italia ha colpito più duro che in Germania e perché la Spagna si sta avviando sulla strada dell’Italia. E come mai l’Inghilterra in cui si pratica con successo la vaccinazione antinfluenzale (70% della popolazione rispetto al 50% dell’Italia) finisce poi a cercare l’immunità di gregge attraverso il contagio, salvo poi fare marcia indietro e adottare misure come in Italia. Sono tante domande, le cui risposte sono fondamentali per il futuro. Ora immaginiamo l’ordine sparso, coi Presidenti di Regioni importanti che comunicano con il Governo e tra loro col “far da se”. E però dobbiamo andare avanti e bisognerà trovare una quadra.

Naturalmente quanto sta accadendo ci indurrà a riconsiderare l’approccio alla buona salute come l’abbiamo praticato fin’ora. Avevamo dato per finita l’epoca delle malattie infettive. Abbiamo quasi eliminato la poliomelite, il vaiolo, il colera, il tifo, la tubercolosi (anche se ora ci sono casi di ritorno), teniamo sotto controllo con le vaccinazioni il morbillo, la difterite, il tetano, l’epatite B, la pertosse, l’Haemofilusinfluenzae, la rosolia, la varicella, la parotite (cosiddetta orecchioni); c’è chi fa il vaccino anche contro lo pneumococco, il meningococco, il rotavirus ed il papilloma virus. E così, ormai, da quasi 40 o 50 anni abbiamo lavorato molto sulle patologie cardiovascolari (che restano ancora la prima causa di morte), sulle patologie croniche e dismetaboliche (Diabete), sul cancro. Quanto è stato fatto ci ha allungato la vita media di quasi 10 anni, ma mentre eravamo protesi a vivere meglio e più a lungo (salvo il cancro contro il quale ancora è la chirurgia a risolvere se giunge in tempo), arriva all’improvviso un virus sconosciuto che ci costringe a rintanarci in casa. E quest’anno ci facciamo una Pasqua in quarantena: Natale con i tuoi e pure Pasqua e al chiuso, con la pastiera individuale. Si rifletteva come lo smartphone ci isolasse dagli altri e poi ce lo ritroviamo come unico mezzo di comunicazione da un palazzo all’altro.

Oggi i dati confermano l’andamento che prelude alla fine del contagio. I decessi sono ancora molti. L’influenza stagionale mediamente provoca ottomila morti, ad oggi siamo 13.915 per il corona virus ma il dato va studiato molto in dettaglio poiché sicuramente ci potrebbe essere una sovrapposizione tra le due epidemie. Nella Regione Lazio i dati mostrano un andamento stazionario: si riduce l’incremento dei positivi, nel senso che aumentano di meno dei giorni precedenti. Le terapie intensive reggono bene. Nella nostra Provincia ci sono stati 6 casi in più e giungiamo ai 304 in totale, dall’inizio del contagio. Sono così distribuiti: Terracina (2), Fondi (2), Cisterna (1), Gaeta (1). I Pazienti ricoverati sono 112, i negativizzati 30, i decessi 14. Uno in più rispetto a ieri. 13 pazienti sono ricoverati allo Spallanzani, 6 in Terapia Intensiva del Goretti, 18 a Malattie Infettive del Goretti, 53 in altri reparti del Goretti, 5 nella Medicina d’Urgenza del “Dono Svizzero”, 12 convalescenti e negativizzati a Malattie Infettive di Gaeta. 1 paziente in Rianimazione ma era già ricoverato in altro reparto. Da sabato scorso non ci sono stati ricoveri presso l’ospedale Dono Svizzero. 1.961 persone sono in isolamento domiciliare, 3.322 hanno finito l’isolamento. A Torino, un tipo è stato denunciato sei volte perché pizzicato ripetutamente in strada senza valide ragioni!


CERCHIAMO DI CAPIRCI PER QUANDO COMINCEREMO AD USCIRE
3 APRILE 2020

Tra poco saremo inondati di mascherine. Avevano smesso di produrle in Europa e in America poiché era più conveniente farle produrre in Cina, India ed altri paesi di quell’area dove la manodopera costa meno. L’esportazione si è ridotta quando quei paesi hanno cominciato ad avere problemi col corona virus. Ora le stiamo producendo a tutto spiano. Scarseggiano anche i reagenti per i tamponi e così anche questi li stanno cominciando a produrre in Italia, Francia e Germania. Cerchiamo di capirci, questa emergenza durerà per un po’ inducendoci a cambiare abitudini e stile di vita. Cominceremo ad uscire di casa con le mascherine. La mascherina servirà a trattenere le nostre goccioline che fuoriescono dalla bocca col parlare e con gli starnuti (in questo caso dovremmo starnutire sul braccio piegato).

Portandola tutti, ci cauteliamo reciprocamente tutti. Chi non la porta deve distanziarsi almeno un metro e mezzo dagli altri. Questa abitudine dovremmo tenerla fino a quando non sarà realizzata una vaccinazione di massa. Negli Stati Uniti il Trump freme perché vorrebbe allentare la stretta per contenere i danni economici ma il Prof. Antony Fauci 79 anni. Uno tra i primi 10 scienziati più citati nelle riviste scientifiche nel mondo, si oppone decisamente. All’irritazione di Trump che lo accusa di complotto (una vera ossessione) il Prof. replica mostrando un modello epidemiologico secondo cui, senza la misure di contenimento negli States ci potrebbero essere 2,2 milioni di morti. E Trump ha dovuto cambiare idea. Ora è il momento di spezzare l’epidemia e di avviare una riflessione seria sulle cause del cosiddetto salto di specie, quali siano le cause che lo determinano poiché non è una gara olimpica nel senso che il virus prende la rincorsa e salta una volta dal cammello all’uomo (SARS), ora dal pipistrello (Covid 19), e ancor prima dagli uccelli (aviaria), dai cavalli l’equina, senza scordarci del resto e cioè le zanzare che ogni tanto arrivano portando qualche altro accidente. Ricordate questa estate la Chikungunya, anche questa malattia virale, caratterizzata da febbre e forti dolori, trasmessa all’uomo da zanzare infette. La prima epidemia nota è stata descritta nel 1952 in Tanzania. Cos’è che fa migrare le zanzare dai paesi tropicali.

Gli scienziati ce lo stanno dicendo da tempo cosa stanno producendo i cambiamenti climatici: surriscaldamento della Terra, scioglimento dei ghiacciai, linea dei tropici che si sposta a nord. Ed è pensabile che tutto ciò non agisca sugli animali, insetti, microrganismi, distruggendo specie e creando mutazioni? Dobbiamo pesare sui governi degli stati per regolamentare l’emissione di CO2, per contenere la febbre del globo. Se il Corona ci spinge a questo e ci fa prendere coscienza forse è l’unico aspetto positivo della faccenda come quel giovane di Torino che il contagio ha salvato da un tumore alla trachea che si portava dietro: senza il riscontro del virus rischiava di non essere operato in tempo!

Il virus nel frattempo corre veloce in Spagna e negli Stati Uniti, dove i contagiati sono in numero maggiore dell’Italia ma i decessi molto meno. In Italia, malgrado l’elevato numero dei decessi, sta dando chiari segni di attenuazione. La rete ospedaliera tiene e le misure di contenimento stanno dando un risultato positivo. La Provincia di Latina segna oggi 20 contagiati in più, in totale siamo a 324 contagiati, 112 i ricoverati, 36 i negativizzati, 16 i decessi (+2 dai gironi precedenti). I 20 casi positivi, di cui 17 sono trattati a domicilio, sono così distribuiti: 5 a Terracina, 4 a Itri, 3 a Sezze, 2 a Latina, 1 a Cisterna, 1 a Sermoneta, 1 a San Felice Circeo, 1 a Formia, 1 a Castelforte, 1 a Minturno. 12 sono i ricoverati presso lo Spallanzani, 5 presso la Terapia Intensiva del Goretti, 18 in Malattie Infettive del Goretti, 56 presso altri reparti del Goretti, 5 presso la Medicina d’Urgenza del Dono Svizzero di Formia, 12 presso Malattie Infettive di Gaeta. 1.980 sono le persone in isolamento domiciliare, 3.231 hanno terminato il periodo di isolamento.
Con i dolci siate cauti.


LA CURVA SCENDE E I CIGNI SI RIAPPROPRIANO DEI CANALI DI VENEZIA MA A NOI CI TOCCA RESISTERE
4 APRILE 2020

Ieri abbiamo accennato al fatto che il Corona non sia il primo virus che in epoca recente produca malattie pericolose per la popolazione mondiale. Ve ne sono state altre che però non hanno determinato lo stato di pandemia. Nel 2014 è giunto ai lettori un libro scritto da David Quammen che racconta come Hendra, Ebola, Malaria, SARS, febbre Q, psittacosi, malattia di Lyme, HerpesB, AIDS, aviaria (e diverse altre!) si siano sviluppate passando, in maniera più o meno diretta, da altre specie animali (scimpanzé o gorilla,capre o maiali, cervi, cavalli o cammelli, civette, polli e altri volatili, zecche, zanzare o bruchi, roditori ma soprattutto pipistrelli) all’uomo. Si può senz’altro dire un libro profetico se dopo appena sei anni arriva il Corona virus che sarebbe giunto all’uomo dal pangolino o dal pipistrello. E, all’improvviso, abbiamo dovuto fermare i motori e chiuderci in casa. Quando li riaccenderemo, saremo capaci di iniziare una riflessione su quanto è accaduto e che sia all’altezza di un’epoca che finalmente abbia riguardo per questa nostra unica e piccola Terra? Ripetiamo continuamente che il futuro dei nostri figli e nipoti sarà incerto e difficile, epperò nulla facciamo per costruire qualche certezza.

Ritorniamo sulla giostra del turboaffarismo che tutto consuma e macina finanche l’uomo stesso? Se non ora quando cambiare strada? Comincio ad avvertire un po’ di stanchezza. Non ci siamo più abituati alla slow life, e cioè la vita lenta che ti fa vivere il trascorrere delle stagioni e non ti fa correre senza senso. Il mio amico Ernesto Schiano è pessimista poiché mi dice: chi nasce quadrato non può morir tondo. Io credo che sia proprio questo il punto: questa volta la botta è troppo grossa per far finta di nulla. La nostra vita è già cambiata, se non altro perché siamo stati costretti a fare i conti con un microrganismo, una sorta di alieno che ci ha imposto addirittura una clausura impensabile fino a qualche mese fa. Fino a trent’ anni fa il mondo era dominato dall’ora X , l’ora in cui Est ed Ovest se le sarebbero date di santa ragione, ma quella era un’ora che non sarebbe mai giunta poiché chi sparava per primo sapeva che l’atomica c’era anche per lui. Certo le guerre cosiddette regionali non sono mai cessate perché la guerra come diceva un vecchio pastore amico del Rigoni Stern: “è una brutta bestia che gira il mondo e non si ferma mai”.

Noi siamo finiti in una strana guerra, si può dire inedita poiché non c’è un nemico tra i popoli della terra ma probabilmente sono loro stessi che se la sono dichiarata se si dimostrerà lo spillover ovvero il salto di specie: il virus dal pipistrello o il pangolino all’uomo. Ecco, avete mai preso una botta in testa, di quelle che vi annebbiano la vista e vi lasciano tramortiti? Ebbene, a noi è accaduto, in Italia e nel mondo. A noi è stata più forte ed è costata più 15 mila morti al momento. I nostri vecchi l’avevano assaggiata la botta durante le guerre mondiali e ne hanno fatto tesoro, riusciremo noi a raccapezzarci? Vedremo ma nel frattempo è necessario resistere. Il virus rallenta la corsa, le misure di distanziamento e quarantena sono giuste e si stanno dimostrando efficaci. Le allungano nel tempo ma ce lo dicono un po’ alla volta, così impattano meno sulla nostra condizione psico-fisica. Ci sono ancora contagi e decessi, ma crescono molto di meno del mese di marzo. La tendenza della curva epidemica nazionale, per quanto riguarda l’incremento dei casi totali giornalieri, continua a scendere, anche se alla data del 4 aprile segna +4,0% contro il +3,9% di ieri, ma siamo lì. I contagiati sono 124.632 con 88.274 infezioni in corso, 20.996 guarigioni e 15.362 deceduti. Diminuisce il numero dei pazienti ricoverati in terapia (3.994 contro 4.068 di ieri): da queste strutture arrivano segnali di un calo della pressione rispetto alla scorsa settimana. Il numero dei contagiati è di 49.118 con 1.598 nuove infezioni (1.455 ieri). Cala il numero delle persone in terapia intensiva (1.326 contro 1.381 di ieri).

Nella Regione Lazio nella giornata del 4 Aprile c’è un aumento di 94 persone positive (5.800.000 abitanti). L’Italia Meridionale mostra segni di tenuta. Evidentemente queste regioni hanno tratto giovamento dal distanziamento sociale. Anche la Puglia che è stata la Regione con la più alta percentuale di rientri dalla Regione Lombardia. Nella Provincia di Latina ci sono 17 nuovi casi positivi, tutti trattati a domicilio. I casi sono distribuiti nei comuni di: Fondi (6), Latina (4),Formia (3),Sermoneta(2), Minturno (1), Mondragone (1). Si giunge dunque a 341 casi positivi totali di cui 112 ricoverati, 36 negativizzati e 16 decessi. I pazienti sono ricoverati presso lo Spallanzani (12), la Terapia Intensiva del Goretti (6), l’unità di Malattie Infettive del Goretti (19) altre unità operative del Goretti (55), presso la Medicina d’Urgenza del Dono Svizzero di Formia e Malattie Infettive di Gaeta (16). Quattro pazienti sono ricoverati in altri ospedali della Regione Lazio. Purtroppo tre tecnici di Radiologia del Dono Svizzero sono risultati positivi. Uno di loro ha una broncopolmonite ma è in buone condizioni cliniche ed è ricoverato in Medicina d’Urgenza del Dono Svizzero. Un affettuoso e caro saluto va a loro così come a tutti gli operatori sanitari che stanno operando per la nostra salute. Tutti gli operatori sanitari sono stati sottoposti ad esame con il tampone e sono risultati negativi. Nel frattempo i cigni si riappropriano dei canali di Venezia.


CON IL COVID-19 DOBBIAMO CONVIVERCI FINO ALLA VACCINAZIONE

In questo momento dobbiamo spezzare l’epidemia e ritornare a vivere. L’amico Emilio Civita dice che negli ultimi report ho piuttosto svolto considerazione di ordine politico (condivisibili) e meno di carattere sanitario. Le due cose sono imprescindibili poiché gli indirizzi sanitari scaturiscono dalle decisioni politiche, così come quelle di carattere ambientale ed economico. E’ giusto in questo momento combattere l’epidemia però è assai naturale chiederci (e lo stiamo facendo tutti) da dove e perché è venuta questa terribile botta. E ci sono tante altre domande che via via ci stiamo ponendo: quando tempo ancora dobbiamo restare in casa, se durerà fino a luglio, come riprenderemo il lavoro e la vita normale, se ci potranno essere ricadute, come dovremo proteggerci nel futuro prossimo e quello a medio e lungo termine. Ho già scritto circa le relazioni tra i cambiamenti climatici e il cosiddetto salto di specie che in quest’ultimo decennio è divenuto lo sport più amato di molti virus: ad un certo punto hanno cominciato a saltare dagli animali all’uomo provocando epidemie. Se questo è vero, come lo è, occorre porsi la semplice domanda del perché. Oramai gli scienziati concordemente dichiarano che «mai prima d’ora ci sono state così tante opportunità per agenti patogeni di passare dagli animali selvatici alle persone».

Ed infatti il 75% di tutte le malattie infettive più recenti provengono dalla fauna selvatica. Dunque, se la priorità in questo momento è debellare il Coronavirus, «la risposta a lungo termine deve affrontare la scomparsa dell’habitat di molte specie e, di conseguenza, la diminuzione della biodiversità» (Inger Andersen, direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente). Concentriamoci sul Corona virus. I risultati della quarantena e del distanziamento sociale stanno funzionando. La curva dei contagi, dei ricoverati e più specificamente di quelli in Terapia Intensiva, sta piegando verso il basso. Così anche i decessi che mediamente accadono dopo 8 giorni dal ricovero stanno diminuendo. Dobbiamo continuare la quarantena. Tre mesi ci separano dall’estate piena, e dobbiamo immaginare come far riprendere la circolazione delle persone. Certo è inimmaginabile andare al mare con le mascherine e farci il bagno distanziati e però per quel periodo dovremo avere chiara la mappa epidemiologica dei contagiati e non, per modulare i nostri comportamenti.

Vedremo, all’atto della validazione dei test sierologici quale campionatura andremo ad eseguire. L’Assessore Regionale Alessio D’Amato ha annunciato di voler fare i test all’intera popolazione del Lazio. Le mascherine con il filtro (Fpp3 filtrazione aria 99%) sono ad uso esclusivo di coloro che operano in ambienti potenzialmente contaminati. Le Fpp2 vanno utilizzate in ambienti molto confinati e affollati. Entrambe filtrano le polveri sottili. Le mascherine chirurgiche (del primo tipo) possono essere utilizzate dalla gente comune. Si ribadisce che quest’ultime servono, quando indossate da tutti, a proteggerci reciprocamente quando siamo in ambienti chiusi (negozi, ecc.). All’aperto il distanziamento di un metro e mezzo è sufficiente anche senza mascherina purché un eventuale starnuto venga contenuto dal piega del braccio. Veniamo ai dati di oggi. Come già detto la curva epidemica nazionale curva verso la discesa. Oggi l’incremento dei casi positivi totali nella giornata indica + 3,4% (ieri + 4,0%). I contagiati sono 128.948 con 91.246 infezioni in corso, 21.815 guarigioni e 15.887 deceduti. Ancora in calo il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva (3.977 contro i 3.994 di ieri). In Lombardia la curva scende al +2,7% contro il +3,3% del 4 aprile: il numero dei contagiati è di 50.455 con 1.337 nuove infezioni, a fronte però di un forte incremento del numero dei tamponi. A Milano ci sono ancora numeri in controtendenza rispetto alle altre provincie. Al di sotto dell’Emilia, Marche e Toscana il contenimento del contagio è piuttosto sostenuto.

Nel Lazio la situazione è sotto controllo, anche nella nostra Regione l’epidemia segue un corso contenuto. Il numero più alto di contagiati è su Roma e Provincia. La Provincia di Latina è terza dopo Roma e Frosinone. I dati su scala provinciale sono i seguenti: rispetto alla giornata precedente, si registrano 18 nuovi casi positivi, di cui 12 trattati a domicilio. I casi sono distribuiti nei comuni di: Latina (6), Fondi (5), Aprilia (3), Terracina (1), Cori (1), Gaeta (1), Cisterna (1). Giungiamo complessivamente a 359 casi positivi, 116 ricoverati, 39 negativizzati. 16 decessi. La situazione nel centro sud è stazionaria. Fondi si conferma ancora zona ad alto rischio di contagio. Formia al Dono Svizzero non incrementa pazienti, restano i ricoverati in Medicina d’Urgenza in condizioni cliniche buone. Il Reparto di Malattie Infettive di Gaeta ospita pazienti convalescenti in buone condizioni cliniche.

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