A riscontro della nota in oggetto occorre, ancora una volta e senza ombra di dubbio, segnalare l’alterazione dei parametri organolettici dell’acqua che costringe il Comune di Ventotene a vietarne l’uso per scopi alimentari e di igiene personale (ordinanza del 23 Ottobre 2018). Non è superfluo ribadire che prima dell’allaccio del dissalatore, era necessario bonificare le tubazioni e poi, all’atto dell’immissione del permeato in rete occorreva renderlo meno aggressivo, correggendone la durezza. La conseguenza di cotanta impreparazione ed approssimazione è nello stato oggettivo delle cose che evidenzia come i controlli effettuati, sebbene largamente sfavorevoli, non abbiano indotto il gestore (e di conseguenza l’ASL) ad agire tempestivamente per contrastare il fenomeno. Gli esami effettuati nelle date dell’8 e 15 maggio 2018, trasmessi al Comune di Ventotene (Sindaco), al SIAN (Dott.ssa Lucantonio), Segreteria ATO 4 (Ing. Vagnozzi) evidenziavano la presenza del Boro oltre i limiti in 20 campioni su 21 e del Ferro in 10 su 21 con picchi di 16.109 microgrammi/litro (cala Rossano), 3.280 casa Taliercio/Via Iacono, 1.650 poliambulatorio, 1.104 case popolari (limiti max consentiti 200 microgrammi/litro D.Lgs. n° 31/2001). Abbiamo dovuto insistere tutta l’estate, purtroppo giungendo anche alla querela nei confronti del gestore, per ottenere un allargamento della campionatura ed una maggiore attenzione al fenomeno. In data 19 Settembre 2018 abbiamo provveduto ad effettuare esami su acque di rubinetto di 21 utenze diffuse su tutta l’isola tramite i laboratori del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università degli Studi di Napoli – Federico II. I risultati (che si allegano alla presente) trasmessi in data 3 Dicembre 2018, dimostrano la presenza diffusa (quasi totalità dei campioni) di Nichel, Piombo, Ferro, in qualche caso Manganese, in percentuali di gran lunga superiori ai limiti stabiliti dalla normativa vigente. Inoltre si riscontra un pH medio di 8 (ed in qualche caso anche superiore) e una durezza dell’acqua di 4 – 5 °F, a fronte di valori ammissibili tra 10 e 50. Resta sconcertante quanto affermato nella relazione di Acciona Agua (allegata alla nota del gestore del 30 10 2018) secondo cui “ il target di durezza dell’acqua potabile prodotta è 5° F, così da rendere l’acqua poco incrostante, con grande beneficio delle apparecchiature domestiche e della salute umana”. Purtroppo s’è visto il beneficio! Acciona e/o Acqualatina ignoravano che la scarsa durezza dell’acqua dissalata immesse in una rete in cui per decenni era scorsa acqua di falda, ricca di carbonati, avrebbe provocato il disastro a cui assistiamo da oltre un anno?
Il 14 Dicembre u.s. abbiamo inoltrato all’Università di Napoli una nuova campionatura, questa volta effettuata al contatore, per capire se i metalli pesanti riscontrati nell’acqua dei rubinetti, provengano dalla rete oppure dai tubi interni alle abitazioni. Siamo in attesa dei risultati. Per quanto attiene al problema del Boro, il gestore sa bene che la presenza in eccesso è stata risolta per l’acqua erogata in rete ma non nella salamoia, per la quale è stata richiesta autorizzazione allo scarico in deroga alla normativa vigente ma, ad oggi, negata dalla Provincia di Latina. Pertanto anche per lo scarico della salamoia in mare, siamo fuori dalla normativa vigente. Quanto ai danni sull’ecosistema marino, al di là di quanto afferma il gestore, siamo in attesa dei risultati delle indagini effettuate dal Prof. Roberto Bedini e dalla GdF. Anche per l’opera di presa siamo in attesa di evidenze scientifiche sulla inopportunità del posizionamento della stessa all’interno del porto e della presunta validità del pretrattamento con soli filtri a sabbia (trattandosi comunque di acqua grezza). In data 19 Dicembre 2018 è pervenuta nota dal gestore con cui si comunicano alcune iniziative tese a rimuovere i fenomeni che rendono ancora non potabile l’acqua (ordinanza del 23 10 2018). Per quanto attiene ai punti di espurgo, si indica come punto prioritario Villa Giulia, già ripetutamente richiesto. Riscontriamo favorevolmente le iniziative tese alla correzione della durezza dell’acqua e la riduzione del PH, onde attenuare l’aggressività sui tubi, ma dobbiamo richiamare l’attenzione sulla necessità di garantire una consulenza ed un’operatività qualificate nei processi di remineralizzazione del permeato, di verifica costante dei processi (vigilanza e correzione dei parametri) e della gestione complessiva dell’impianto. Quanto alla sostituzione di 5 Km di condotte la consideriamo positiva (finalmente) concludendo col noto proverbio del “meglio tardi che mai”. Nel frattempo si reitera la richiesta di approvvigionamento con acqua minerale della scuola, degli edifici pubblici e delle persone anziane e disabili. Infine per quanto concerne la realizzazione del dissalatore definitivo, dello spostamento dell’opera di presa e di un più idoneo scarico della salamoia in mare, si attende necessario riscontro da parte del gestore.
Cordiali saluti
Assessore Ambiente – Sanità – Recupero Santo Stefano
Dr. Francesco Carta
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