PERCHE’ CAPODACQUA HA AUMENTATO LA PORTATA E MAZZOCCOLO RESTA (PER ORA) STAZIONARIA.
In molti si chiedono perchè Capodacqua si stia ricaricando prima della sorgente Mazzoccolo. Capodacqua ha un bacino imbrifero che possiamo indicare da monte Petrella e Altino lato Spigno, probabilmente con circuiti carsici più veloci (e forse con piovosità lievemente maggiore). La sorgente Mazzoccolo ha un bacino imbrifero di 42 km2 e comprende il lato Redentore, Ruazzo, Monte Mola, mentre Terruto e Costamezza afferiscono alle falde dell’Acervara. La falda per ricaricare ha bisogno di acqua e di tempo. In questi giorni di pioggia è comparsa la prima neve su Petrella e monte Altino. E’ un fatto positivo. Soprattutto la neve è l’elemento più utile perchè consente all’acqua di penetrare più lentamente nel sottosuolo. Le previsioni indicano un inverno più nevoso di quello precedente. Se così fosse (e sarà) potremo tirare il fiato e, forse, con i lavori di rifacimento delle reti e di riparazione del serbatoio di Sant’Antonio, dovremmo metterci al sicuro da prossime estati come quelle del 2017. La sitticità di quest’anno ha reso evidente il disastro in cui versano le attuali reti idriche.
Bisognerà rifare intere prementi come ad esempio, quella di via Lavanga. Si tratta di una condotta ammalorata già nel 1998, tant’è che nella posa in opera della condotta fognaria di via Vitruvio, al di sopra di questa, fu posizionata una condotta per l’acqua potabile.
Questa condotta non è stata mai messa in funzione in quanto le utenze dei palazzi di via Vitruvio, allacciate sulla condotta di via Lavanga, dovevano essere spostate sulla nuova condotta. I condomini avrebbero dovuto realizzare lavori per l’allaccio e rifacimenti delle reti interne, tenendo conto che la nuova condotta avrebbe prodotto un aumento delle pressioni. In sostanza con l’arrivo di Acqualatina (2002), fu trasferita anche quella condotta che restò abbandonata ed oggi non è più utilizzabile. Non sarà facile rifare la premente delle vie Lavanga-Rubino perchè bisognerà chiuderle per il periodo necessario ai lavori a meno che non si riesca a lavorare su di una metà. Un consiglio per i nuovi naviganti che saranno al timone della città dopo la primavera del prossimo anno. Se non ce la farà l’attuale amministrazione, istituiscano un “Curator Aquarum”, una persona competente e di buona volontà per seguire le problematiche del ciclo delle acque. Si tratta di un tema decisamente speciale per il quale occorre acquisire competenze, assicurare una presenza costante sul territorio, partecipare a tutti i momenti della programmazione e della verifica di lavori ed investimenti. Francesco Carta.
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