SCHEDA INFORMATIVA SULLA CONDIZIONE AMBIENTALE DEL GOLFO DI GAETA E SULLA MOBILITA’
Golfo di Gaeta: L’area del golfo di Gaeta vide all’inizio degli anni 60 la realizzazione di due grandi opere per nulla compatibili con il pregio ambientale e la vocazione turistica del territorio. A Gaeta fu costruita una raffineria con un campo di boe per l’attracco delle petroliere e a Sessa Aurunca, lungo le rive del Garigliano, fu invece realizzata una centrale nucleare. La raffineria di Gaeta funge ora solamente come deposito mentre la centrale del Garigliano, chiusa nei primi anni 80 per una serie di incidenti, è in smantellamento. Dell’attività della centrale nucleare ci furono tracce con la dispersione di Cesio 137 e Cobalto 60 lungo l’asta e la foce del Garigliano, la parte più interna del golfo di Gaeta e 1700 Km2 di mare da Capo Circeo all’isola d’Ischia (campagna radioecologica condotta dall’ENEA – Brondi-Ferrucci-Papetti 1980). Per la raffineria non ci sono stime circa l’inquinamento da amine aromatiche nei terreni dove insistono i serbatoi in cui, come già detto, vengono stoccate le benzine (circa 2 milioni di tonnellate). Vi è d’aggiungere che nel porto commerciale di Gaeta vengono scaricati Pet Cock, Soda ed altre merci inquinanti. A ciò si aggiungano gli allevamenti di pesce e mitili per circa 1 milione di mq. di mare. L’inquinamento da sostanze azotate provenienti dagli allevamenti, agricoltura e depuratori è documentato dai diversi studi condotti: Ardizzone, Samobis e recentemente Procura di Cassino. L’apporto di tali nutrienti provoca la crescita di alghe con fioriture tali da colorare ampi specchi d’acqua, ridurre l’ossigeno a danno della fauna ittica e della pesca. E’ necessaria una vera e propria sterzata che consenta il recupero di qualità delle acque, delle spiagge, della pesca, dello sport e del turismo nel golfo. Formia ambisce ad ospitare la specialità della vela in occasione delle olimpiadi del 2024 e dunque è necessario prepararsi per tempo eliminando ogni fonte di inquinamento delle acque del golfo. Conurbazione e mobilità nel golfo: I Comuni di Gaeta, Formia e Minturno costituiscono una conurbazione; oramai non c’è più soluzione di continuità dell’abitato dei tre comuni. Pertanto appare indispensabile un raccordo comprensoriale delle scelte urbanistiche, infrastrutturali ed economiche delle tre città del golfo. Le uniche due strade sulle quali si esercita la mobilità nel golfo sono: l’Appia proveniente da Itri e diretta a Minturno, la Flacca o Litoranea proveniente da Terracina e diretta a Cassino col nome di statale 630. La Litoranea fu realizzata negli anni ’60 quando la città di Formia contava 3.000 autovetture ed una popolazione di 20.528 residenti (dati Istat). Non c’erano ancora il porto commerciale di Gaeta, la raffineria ed il mercato ortofrutticolo di Fondi che oggi polarizzano gran parte dei mezzi pesanti in transito sulla Flacca. La città di Formia è cresciuta negli anni 60/70 del 16 %, del 27 % nel decennio successivo fino a raggiungere gli attuali 38.000 abitanti con un numero di 22.400 autovetture circolanti. A ciò si devono aggiungere i mezzi in transito dai Comuni vicini. Pertanto la mobilità e l’attraversamento della conurbazione, che ha in Formia una sorta di collo di bottiglia, non è un problema esclusivo di questa città e rappresenta senza ombra di dubbio il più serio ostacolo allo sviluppo e alla qualità della vita di un intero comprensorio. Le soluzioni: Negli ultimi 20 anni sono stati prodotti due progetti per un passante a monte ma i costi e la complessità tecnica dell’opera, nei fatti, ne hanno impedito la realizzazione. In alternativa, per mitigare il traffico e renderlo almeno scorrevole, sono state realizzate due grandi rotonde sull’asse litoraneo ma appare con tutta evidenza come ciò non sia sufficiente. Per l’attraversamento di Formia c’è una posta di circa 160 milioni di euro e l’ANAS, assieme al Comune di Formia, si accinge ad eseguirne la progettazione. Noi chiediamo al Ministro l’impegno a mantenere la disponibilità di quei fondi a di aiutarci a progettare l’opera nel miglior modo possibile. A questo proposito chiediamo di non considerare come ipotesi esclusiva l’attraversamento in collina ma di valutare altre soluzioni che non consumino eccessivamente “territorio” e soprattutto non rechino rischi all’area di ricarica delle sorgenti che riforniscono gli acquedotti di Formia e di Gaeta. Un interramento della litoranea potrebbe essere un’ipotesi alternativa praticabile? Anche nel caso di un superamento della città a monte, il tratto litoraneo andrebbe comunque ristrutturato. Se ne potrebbe ipotizzare l’interramento che, in alcuni tratti, avverrebbe a costi molto contenuti. Ciò consentirebbe il ricongiungimento della città di Formia con il mare, suo elemento naturale fin dalla nascita. Non mancano all’ANAS e al Ministero delle Infrastrutture competenze e “know how” per studiare l’ipotesi più sicura e meno impattante possibile ma le decisioni devono essere rapide e risolutive tenendo conto delle problematiche rappresentate.
You must be logged in to post a comment Login